Al minimo – Il minimo che la città possa fare per ricordare Giovanni Testori. Lo ammette anche il sindaco Fontana nel corso di una non particolarmente sentita, né affollata, cerimonia di disvelamento di una targa in ricordo dello scomodo intellettuale, scomparso quindicini anni fa. Il minimo davvero. Una piccola targa a ricordare il contributo che Testori diede a Varese non solo ai singoli eventi espositivi lungo un arco che copre almeno trent'anni, ma anche come patronnage intellettuale e culturale, in particolare negli ultimi anni della sua vita.
La politica senza sentimenti – La famiglia dello scrittore, la sua compagine varesina, guidata dalla nipote Anna Bernardini, era presente in mezzo ad un pubblico purtroppo scarso, in una serata troppo sotto Natale e in un museo che continua a scontare la sua lontananza dai suoi cittadini, qualsiasi cosa venga proposta. Tanto più un omaggio ad un uomo che ha vissuto di battaglie e di fremiti appassionati la sua vita, in una città che da anni non si degna di delegare la sua gestione della politica culturale a qualcuno che non solo se ne occupi a tempo pieno, ma neanche a mezzo servizio.
Dubitiamo che Testori avrebbe potuto essere un intellettuale prestabile alla mera gestione politica, ma la politica, celebrando al minimo dei giri il suo ricordo, dovrebbe ricordarsi più spesso e con più convinzione delle motivazioni profonde che hanno contraddistinto l'operato di chi viene oggi celebrato, "con riconoscenza". Figurando, facendo finta almeno di possere un briciolo di quella passione, mai come in questo caso, davvero antica. E un po' più di sentimento.