Milano – Da anni ci si interroga su chi sia realmente Banksy, su che faccia abbia, perché sia diventato uno dei massimi esponenti della street art contemporanea a livello mondiale. Da anni ce lo si chiede, ma ancora non si è trovata risposta e l’unica cosa che è nota ai più è che l’artista è originario di Bristol, il resto non è ancora dato saperlo.
Banksy è da anni al centro delle opinioni mediatiche per il suo essere sovversivo e geniale, le sue opere anticipano o rispondono alle esigenze della comunità mondiale denunciando i massimi sistemi con la più pura forma di espressione: l’arte.
In Italia sono ben due le mostre sulla sua figura a rendergli onore: la prima a Palazzo Medici Riccardi di Firenze e la seconda al Mudec di Milano.
The Art of Banksy, questo il titolo dell’esposizione che aprirà nel capoluogo lombardo il 21 novembre 2018 e sarà visitabile fino al 14 aprile 2019. Raccoglierà più di settanta lavori tra dipinti, stampe e sculture che si alterneranno a oggetti, fotografie e video: un viaggio d’introspezione nel mondo dell’artista senza volto ma con un nome. Satira, relazioni umane, messaggi provocatori, denunce, un percorso critico, una risposta murale che, alle volte, coglie di sprovvista e anticipa l’operato dei politicanti e dei media.
Sono molte le mostre che sono state organizzate sulla figura di Banksy, tutte ospitate da notevoli gallerie d’arte. Il Mudec di Milano ha invece voluto essere la svolta, presentando per la prima volta in un museo pubblico una mostra personale dell’artista anglosassone. Come tutte le grandi esposizioni inerenti a Banksy, anche quella di Milano non è autorizzata dall’artista, ma è curata da Gianni Mercurio e promossa dal comune di Milano-Cultura e dal Gruppo 24Ore.
La mostra racconta e fa leva sulla multiculturalità della streetart, una delle tante caratteristiche di questo mondo urbano che fa da collante tra il passato e il presente di questo genere di arte. Il panorama del graffitismo e dell’urban art è sempre stato ampio e sui muri si dava, e si dà tuttora, espressione del proprio essere e delle proprie origini. Gli stili diversi non erano solo simbolo di una propria forma d’arte, ma anche appartenenza ad un determinato tipo di cultura o quartiere e ciò emerge soprattutto sui muri delle grandi città americane, come New York o San Francisco, e di quelli dei sobborghi londinesi, dove probabilmente è cresciuto Banksy.
L’amalgama di culture, l’incontro cosmopolita di artisti e tradizioni,l’apprendimento gli uni dagli altri, lo scambio di idee, questo e molto altro il Mudec vuole sottolineare con la mostra The Art of Banksy, lasciando che sia il colore dei messaggi murali a parlare e a toccare gli animi dei visitatori, lasciando la parola alle metafore racchiuse nelle opere di uno dei più notevoli artisti degli ultimi anni.
Ileana Trovarelli