Affidandoci a un comune modo dire, potremmo affermare che Ettore Sottsass (Innsbruck 1917 – Milano 2002), non si è fatto mancare nulla.
Si è espresso in ambiti quali architettura, disegno, fotografia, pittura, design, scultura, ceramica, attività editoriali, progetti di mobili e oggetti sia funzionali che decorativi.
In occasione del centenario della nascita, la Triennale Design Museum gli rende omaggio presso gli spazi della Galleria dell’Architettura con una grande mostra monografica e un volume dall’identico titolo, “There is a Planet”, progetto ideato negli anni ’90 e mai realizzato, a cura di Barbara Radice, sotto la direzione di Silvana Annichiarico, allestita da Michele De Lucchi e Christoph Radl.
Strutturata in nove stanze tematiche e accompagnata da citazioni tali da segnare il percorso della sua poliedrica attività, la mostra apre con “Per qualcuno può essere lo spazio” per chiudere con “Vorrei sapere perché”, arricchita nei lunghi corridoi, di due distinte parentesi fotografiche dove spicca, per originalità di inquadratura e ironia, la serie dedicata a “Le ragazze di Antibes” del 1963. Ad accogliere il visitatore sono i cento piatti di Shiva percorsi da gestuali folate di colori a dare l’dea dei ritmi del cosmo e delle stagioni, con a fianco la frase “Io regalo il mondo a chi è capace di scendere dall’automobile e baciare i fiori”.Seguono accanto a progetti di abitazioni e edifici pubblici disegni di arazzi e, opera unica, la gigantografia di un fumetto mai pubblicato.Poco oltre steli dove l’estro creativo di Sottsas si allontana dalla razionalità del progettista per ripresentarsi in veste di design con la mitica “Valentine Olivetti” del 1969., con tanto di video pubblicitario in giapponese.
E quindi è sembrato utile fare qualche esperimento su che cosa sarebbe successo con il disegno se si fossero prese in qualche modo le distanze dalle apparentemente inevitabili condizioni della cultura industriale”.
Fino all’ 11 marzo 2018.
Ingresso : intero Euro 9; ridotto Euro 7,50Mauro Bianchini