L'allestimento di Mario Botta – Palazzo Crepadona a Belluno non s'addice ai quadri di Tiziano e nemmeno l'intervento dell'illustre architetto ticinese Mario Botta ha potuto offrire, se non nel cubico rigore dell'ultima sala (da sempre la corte del palazzo) la necessaria visibilità delle tele che affollano, molteplici, gli ambienti bassi e stretti. In essi Lionello Puppi, coadiuvato da una nutrita schiera di studiosi, ha fatto convergere alcune opere del maestro cadorino che potessero documentare in modo appropriato di Tiziano L'ultimo atto, vale a dire la produzione degli ultimi due decenni dell'artista.
Gli sconvolgenti rinnovamenti del vecchio Maestro – Anni straordinari, di altissima tensione emotiva e di stupefacenti rinnovamenti pittorici per i quali non suona affatto fuori luogo il riferimento non solo agli impressionisti, ma addirittura agli artisti più inquieti del secolo XX appena trascorso. Certo, mancano il prometeico Supplizio di Marsia di Kroměříž, l'ultima delle Coronazione di spine (quella di Monaco di Baviera) e l'emozionante Pietà che Tiziano, falciato dalla peste, non poté concludere (la ultimò Palma il Giovane). Ma vi sono, a rimpiazzare questi altissimi, sconvolgenti capolavori, l'Orazione nell'orto di Madrid, l'Ecce Homo di Sibiu e la
Mater dolorosa già in palazzo Colonna a Roma, l'Ultima cena prestata dai duchi d'Alba e il ritratto di Paolo III che ci guarda, smarrito e sgomento di fronte alla fine drammatica di un mondo che sembrava dovesse durare per sempre. L'arte del maestro di Pieve del Cadore ora non insegue più armonie fidiache; palesa invece, in modo potente e tutta calata nella storia dei suoi tempi, la rovina di questi.
I compiti della bottega. Le copie – Di fronte alle sconvolgenti, fin crudeli prove di Tiziano son presenti nella mostra tante e tante opere della sua operosa e numerosa bottega, opere cui tocca di documentare l'organizzazione agguerrita e gli incarichi di questa "officina" controllata dal figlio Orazio nella quale non mancavano altri parenti di Tiziano. In essa nascevano repliche, varianti e copie destinate ad accontentare le richieste dei ricchi e prestigiosi estimatori di Tiziano (a tal proposito mi piace segnalare nell'area varesotta una
Coronazione di spine in Santa Maria di Monte Morone a Malnate e una Deposizione nelle raccolte dell'Aloisianum di Gallarate). Opere, tutte queste, che non riescono nemmeno a sfiorare la febbrile ricerca del Maestro e il suo fascino profondo e invincibile
La Maddalena già in una collezione di Busto Arsizio – Quel fascino profondo e invincibile che avvertivo quando – fortunato mortale – salivo le scale della casa dell'architetto Paolo Candiani per vedere la Maddalena, l'opera più prestigiosa della sua preziosa raccolta: bellissima la figura di questa donna, proprio per offrire nella sua integrità anche fisica se stessa a Dio; fin struggente il paesaggio di sfondo, specchio della sua ardente vita interiore. Quest'opera, recentemente passata ad altra proprietà, é pubblicata con tutti gli onori nel poderoso catalogo (edizioni Skira), ma alla mostra l'ho cercata invano: "arriverà", mi é stato detto. Speriamo: la mostra avrebbe un capolavoro in più.