Milano – Impeccabilmente allestita da Diego Viapiana, “La soggettiva del rifare”, a cura di Kead Dedja, in corso presso la Nuova Galleria Morone,  la mostra vede un confronto diretto tra tridimensionalità e superficie piana, per intenderci, tra scultura e pittura.

Eltjon Valle, nato a Kucova in Albania, da tempo vive e lavora a Milano dove, nel 2007, si è diplomato all’Accademia di Brera con una tesi sul territorio e precisa connotazione ecologica.

Tra le sue numerose mostre  segnaliamo la partecipazione alla 54° Biennale di Venezia, al Micro Museum di New York, al National Center of Contemporary Art Moscow, al Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce a Genova.

Eltjon Valle non si sottrae alla dualità sopra accennata, il suo lavoro scultoreo trae origini dalle sue radici: l’area petrolifera in cui è nato ha generato inquinamento e stravolgimento ambientale.

In tale misura blocchi di scarto derivati da fusioni di zinco, alluminio, titanio, ferro presenti in mostra definiscono una appartenenza sofferta, ma pur sempre concettualmente superabile, alle proprie origini che nel contesto espositivo assumono valenze decontestualizzanti e purificatrici.

I grumi, posti accanto a quadri di grande formato percorsi da tonalità blu in continuo movimento, aprono a un dialogo intimo e profondo tra l’oggettività della materia e la spiritualità della pittura, quale ammissione nei confronti di una solida concretezza a fronte di una introspezione tormentata quanto affascinante.

 

Eltjon Valle – “La soggettività del fare” – Milano, Nuova Galleria Morone, Via Nerino 3. Fino al 9 novembre. Orario: lunedì-venerdì 11-19

 

Mauro Bianchini