Due maestri a confronto – Divise e allo stesso tempo unite da un percorso espositivo tendente alla confluenza, due esposizioni hanno aperto i battenti alla Permanente di Milano. "Pompeo Borra. Un realismo magico" e "Achille Funi. Mitologie del quotidiano", curate rispettivamente da Elena Pontiggia e Nicoletta Colombo, gettano luce sulla condivisione generazionale di due artisti nati sullo scorcio del XIX secolo e protagonisti, pur con i loro percorsi e le personali ricerche, degli anni centrali del Novecento. L'antologica dedicata a Borra, in particolare, si avvale anche delle ricerche svolte in vista del catalogo generale dell'artista che vedrà la pubblicazione nel 2009.
L'enigmatica misura di Borra – "Esponente significativo della vasta famiglia del Novecento Italiano". Così Elena Pontiggia introduce uno dei pittori più apprezzati da Franz Roh, teorico tedesco della Nuova Oggettività e del Realismo Magico. Già nel 1922 Pompeo Borra (1898 – 1973), che si aggiorna sulla rivista "Valori Plastici", viene notato da Carrà. Di lì a un paio di anni si avvicina a "Novecento" e all'egida lungimirante di Margherita Sarfatti. Poi, dagli anni Trenta, quando arrivano anche le recensioni positive di Sironi e Carpi, Borra si concentra su vedute e paesaggi del lago di Como e d'Iseo. Un'arte, la sua, che si nutre di "moderna classicità", dalla felice vena narrativa del Carpaccio al nitore pierfrancescano. In molte opere si trovano distinti echi del Picasso neoclassico, dei paesaggi metafisici di de Chirico, delle geometrie colorate di Léger e degli esempi del più maturo Funi. In dipinti come "Le amiche", "Riposo" e "Donna in azzurro", la volumetria plastica è addolcita dalla luce calda e diffusa e il tempo resta quasi sospeso: ecco il magico realismo, nel quale si sposano forme solide e atmosfere enigmatiche.
Orizzonte milanese – Nel 1941, Scheiwiller scriveva così di Borra: "Abitava in un caseggiato in riva al Naviglio nei pressi di San Marco: nuvole di moscerini infastidivano chi desiderava visitare il suo studio. Vi si giungeva per una scala alquanto malconcia che irregolarmente si snodava attraverso un tetro corridoio; chi passava di là aveva la sensazione di trovarsi imprigionato in un loculo misterioso. In quell'ambiente privo di festosità lavorava Borra. Ma quanto meraviglioso gli sarà apparso nella notte il cielo stellato, a mala pena visibile da una misera finestra, unica dispensatrice pietosa di luce!"
Protagonista del ritorno alla misura – Virgilio Socrate Funi (assumerà il nome Achille poco prima dell'inizio del conflitto mondiale) nasce, figlio di un pastaio socialista, nel 1890 a Ferrara. A partire dal 1914 l'artista è coinvolto attivamente all'interno del gruppo "Nuove Tendenze", versione eclettica e moderata del Futurismo, per entrare a far parte l'anno dopo, insieme a Umberto Boccioni, del drappello di intellettuali interventisti, all'indomani dello scoppio del Primo Conflitto Mondiale. Con l'aprirsi degli anni Venti, Funi, protagonista tra i più significativi del clima europeo di rappel à l'ordre, propugna, insieme con altri compagni di ricerca post-futurista, un recupero della tradizione classica e mediterranea, tendenza che trova nel capoluogo lombardo il primo fulcro propositivo italiano di respiro europeo. E insieme a Mario Sironi, sarà tra i fondatori del raggruppamento di "Novecento", sodalizio milanese ampliatosi in seguito nel "Novecento
Italiano". In opere come "Ragazza dormiente" o "Paese sul lago di Como" prendono corpo le caratteristiche del ritorno all'ordine e alcune suggestioni da Arturo Martini. L'esposizione della Permanente, curata da Nicoletta Colombo, responsabile dell'Archivio Funi, raccoglie sessanta opere tra cui un ristretto gruppo di cartoni preparatori per affreschi. Tra gli aspetti più ragguardevoli della mostra va inoltre citata la presenza di un nutrito corpo di inediti recuperati attraverso l'attività di archiviazione e proposti oggi dopo decenni di assenza dai circuiti espositivi.
Ricorsi – La mostra odierna, intenzionalmente organizzata nella sede della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, che ha avuto l'artista tra i suoi più attivi animatori, rende omaggio a una tra le principali personalità di rilievo della vita culturale milanese, apprezzato per le sue doti artistiche e morali, per la serietà e la responsabilità con le quali attese al ruolo di Direttore dell'Accademia di Brera e per il contributo reso al territorio urbano attraverso numerosi interventi decorativi e monumentali eseguiti con illustri architetti dell'epoca.
Pompeo Borra (1898-1973). Un realismo magico
A cura di Elena Pontiggia
Dal 28 gennaio al 22 febbraio 2009
Catalogo: Editoriale Giorgio Mondadori
Achille Funi (1890-1972). Mitologie del quotidiano
A cura di Nicoletta Colombo
Dal 28 gennaio al 22 febbraio 2009
Catalogo: Editoriale Giorgio Mondadori
Museo della Permanente
Via Filippo Turati, Milano
Info: 02.6551445
www.lapermanente.it