veduta generale
Non solo Celti e Logobardi – La provincia di Varese è stata, fin dal passato, crocevia di popoli, come i Longobardi, e culture, come quella di Golasecca. Ma anche per l'età romana esistono testimonianze, magari meno note, meno appariscenti.
Angleria o Stacciona – Angera è oggi famosa come cittadina turistica sul lago e per lo splendido castello che si staglia sulla rocca. Ma la città esisteva già in epoca romana, anzi prima ancora fra II e I sec. a. C. La sua storia è emersa da ritrovamenti casuali, legati a lavori agricoli, iniziati nel 1868 e divenuti nel Novecento sempre più cospicui, al punto che nel 1939 Mario Bertolone compilò una carta archeologica della città. Indagini sistematiche furono effettuate fra il 1980 e il 1998 e anche ora il territorio è oggetto di un controllo capillare da parte della Sovrintendenza.
Una storia antichissima – La più antica frequentazione del territorio angerese è testimoniata dai ritrovamenti nella Tana del Lupo, grotta posta proprio sotto la rocca, relativi al Paleolitico. Si può parlare di insediamento
stabile solo a partire dall'epoca della romanizzazione (II-I sec. a. C.), quando Angera fu un emporion commerciale, legato ai mercatores romani, che qui acquistavano prodotti locali e materie prime. Simbolo di questi contatti è la presenza di ceramica di tradizione indigena accanto alla vernice nera, di tradizione romana. Scarsi sono i ritrovamenti, le strutture erano probabilmente in paglia, argilla, legno, materiali quindi deperibili.
Un importante centro commerciale della zona Verbano-Ticino. Così scrive Gemma Sena Chiesa, dell'università Statale di Milano, curatrice degli scavi e della loro pubblicazione negli anni Ottanata e Novanta. Infatti in età augustea cominciò l'espansione dell'abitato, nel rispetto della struttura più antica. L'organizzazione urbanistica, ancora poco conosciuta, sta emergendo negli scavi di questi ultimi anni. Recentemente è stata indagata la zona della ex chiesa di San Vittore, dove è stata individuata un'area pluristratificata: un edificio in legno risalente al I sec. a. C. e una domus di età imperiale. Nell'area dell'ex distilleria Rossi, gli scavi hanno portato alla luce un tratto di strada. Cosa si commerciava? Materie prime, come la pietra locale, che
raggiungeva Milano, ma anche legname che giungeva fino ai porti dell'Adriatico. La floridezza economica è testimoniata dalla cultura artistica della città, di cui sono un felice esempio le colonne istoriate.
Il massimo splendore – Ma è soprattutto nel III-IV sec. d. C. che la città raggiunse il suo apice, probabilmente grazie all'influenza di Milano, all'epoca capitale del mondo romano e alla importanza crescente della Pianura Padana. Angera è un approdo militare ma anche commerciale. Gli scavi archeologici attestano l'espansione dell'abitato ad est, impianti produttivi ed un edificio termale. Qui giungevano merci dalle regioni transalpine occidentali e dall'Oriente.
Gli abitanti – Qualcosa degli antichi abitanti ci arriva dalle necropoli, dove sono i corredi a parlare della ritualità funeraria. Gli oggetti più comuni, che accompagnavano il defunto nel suo viaggio eterno, sono vasi da mensa, olpi, lucerne e balsamari in vetro, spesso deformati dal fuoco a cui erano sottoposti. Ma c'erano anche i chiodi, probabilmente per fissare l'anima del defunto alla tomba e talvolta le ghiande, forse con valore simbolico.
Una suggestione – Ecco quale vicenda millenaria celano i suoli di Angera. E lo sguardo sale poi al castello, un altro pezzo di storia…