Milano – La storia in pillole di Pirelli Hangar Bicocca è legata in origine all’ingegner Ernesto Breda fondatore dell’omonima società nata nel 1886 e che a partire dal 1903 con altre aziende quali Pirelli, Falck e Marelli generarono, nella periferia milanese, un imponente polo industriale.
Le dinamiche architettoniche e produttive dell’azienda d’origine mutarono con il trascorrere dei decenni, sino a quando nei primi anni ’80 la Breda viene ceduta al gruppo Ansaldo dando vita ad una graduale dismissione.
Dopo un periodo di abbandono la Pirelli Hangar Bicocca viene acquistata da Prelios, già PirelliRe che a partire dal 2004 trasforma gli spazi industriali in luoghi espositivi per l’arte contemporanea.
Arrivando all’attualità veniamo alle installazioni di Trisha Baga, per la curatela di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli.
“The eye, the eye and the ear”, collocata nello spazio Shed, definisce la prima mostra in Italia di Trisha Baga (Venice, Florida, 1985, vive e lavora a New York) riproponendo la produzione del suo primo lavoro “There’s No “I” in Trisha” creato tra il 2005 e il 2007 e concepito come una sit-com televisiva in cui l’artista interpreta tutti i ruoli dando vita ad una saturazione fisico-concettuale, sino ad arrivare alla sua ultima opera “1620” del 2020.
L’immaginario televisivo dell’artista statunitense, di origini filippine, si compie in una installazione site-specific simile a un interno domestico dove il fulcro catalizzante è dato dal bagliore di uno schermo catodico.
Il percorso espositivo è inoltre composto da una serie di ceramiche raffiguranti oggetti d’uso comune trattati come fossili proiettandoli, come in un museo di storia naturale, in un futuro remoto dove ciò che oggi appare scontato, arriverà ad assumere il valore di reperto storico.
Trisha Baga fino al 10 gennaio 2021. Pirelli Hangar Bicocca, Via Chiesa 2. Orari: venerdì – domenica 10,30-20,30
Mauro Bianchini