Nel 1885 Lodovico Pogliaghi (1857-1952) acquistò una casa rurale al Sacro Monte di Varese e progressivamente la trasformò secondo il suo particolarissimo gusto eclettico in quella che diventerà la sua casa-museo. In essa raccolse preziosissimi reperti di varia provenienza, secondo il proprio gusto e le proprie competenze: le opere raccolte si possono ricondurre alla riscoperta dell’antico, alla rivalutazione dell’arte orientale, all’interesse per il sacro. La sua passione per l’arte, le antichità e per gli oggetti inusuali, esotici e rari, lo portarono a trasformare la sua abitazione in uno splendido scrigno di tesori: creò una vera e propria Wunderkammer (letteralmente camera delle meraviglie) sulla sommità del Sacro Monte.
Una collezione prestigiosa di opere d’arte che spaziano dai preziosi reperti archeologici egizi o di epoca greco-romana fino al Rinascimento e all’epoca barocca, passando attraverso il Medioevo.
La casa-museo che creò rispecchia la sua personalità poliedrica che lo portò a essere pittore, scultore, restauratore e decoratore, architetto e scenografo e professore di ornato a Brera.
Tutto questo traspare in quella che fu la sua casa, il suo museo e il suo laboratorio: proprio nell’atelier è riprodotta in gesso e a grandezza naturale la porta centrale del Duomo di Milano che Pogliaghi realizzò nel 1906: solo una delle sue numerosissime produzioni nei vari campi artistici.
Le visite del ciclo “Tutto Pogliaghi” mirano proprio a indagare ogni aspetto del personaggio Pogliaghi attraverso le sue collezioni contenute nella villa, la sua produzione e la personalità dell’artista. Ogni ultima domenica del mese da qui a novembre, alle ore 11.00 e alle ore 16.00, sarà possibile fare un viaggio tra le opere di Lodovico Pogliaghi in compagnia delle guide di Archeologistics.
In particolare la visita “L’antico a portata di mano” è stata incentrata sulle collezioni archeologiche che fanno bella mostra di sé principalmente nell’esedra della casa-museo.
In questo ambiente costruito ad hoc e molto suggestivo dialogano tra loro statue, busti, urne cinerarie, frammenti di capitelli e di architravi, mosaici iscrizioni e vasi.
Per quanto riguarda la statuaria, un nucleo notevole è costituito da alcuni reperti acquistati da Pogliaghi e provenienti dalla collezione Borghese di Roma. Tra questi nella nicchia principale dell’esedra, la Statua di Dioniso-Apollo, copia di un originale prassitelico del IV secolo a.C. Della statua in marmo sono originali solo il corpo di Apollo e l’erma a cui si appoggia, mentre il Pogliaghi riplasmò completamente in gesso la testa nelle forme di Dioniso, non ritenendo pertinente quella precedente.
Nel vestibolo dell’esedra è invece collocato Hermes frutto di ensemble di un torso in marmo di epoca romana su originale greco integrato inserendo una testa con ali e un caduceo, elementi distintivi del dio.
Interessante anche una testa femminile etrusca in terracotta del IV-II secolo a.C. con la caratteristica acconciatura con riccioli a lumachella probabilmente proveniente da un santuario.
Sempre nel vestibolo in una vetrina troviamo anfore attiche a figure nere e a figure rosse di provenienti dall’Etruria del 500 a.C. circa che rappresentano scene di lotta e divinità. Motivi decorativi floreali incorniciano le scene.
Ma un pezzo forte della collezione archeologica è addirittura un sarcofago egizio detto di Tameramun. In legno di sicomoro, della fine della XXV dinastia (747-656 a.C.), è di forma antropoide, appartenente ad una donna Tameramun appunto che si poteva fregiare del titolo di “cantatrice del tempio di Amun a Karnak”. Il viso della defunta, dipinto di rosa, con occhi e sopracciglia delineati di nero, è incorniciato da una parrucca. Un ampio collare adorna le spalle e il collo con personificazioni delle divinità. Tutto il resto del sarcofago è diviso in registri e rappresenta divinità egizie legate all’aldilà.
Ma, all’esterno, il giardino non è da meno e segna un continuum con gli interessi dell’artista. Si ritrova ancora un’esedra e l’intero parco è disseminato di statue, colonne e reperti di vario genere.
Interessante e particolare è un capitello bizantino di grandi dimensioni. E’ in stile ionico, decorato con cornucopie e foglie d’acanto e probabilmente proviene da Costantinopoli.
Ma è soprattutto interessante la diversa destinazione d’uso che ha avuto attraverso i secoli: fu trasformato in fonte battesimale o acquasantiera e successivamente in fontana da giardino. Insomma è da considerarsi l’emblema del riutilizzo in un diverso contesto e con differenti funzioni tanto caro all’eclettismo e a Pogliaghi stesso!
Casa Museo Lodovico Pogliaghi
Via Beata Giuliana 5 (ingresso da via del Santuario)
Santa Maria del Monte, Varese
“Tutto Pogliaghi”
Ogni ultima domenica del mese da qui a novembre, alle ore 11.00 e alle ore 16.00. La visita ha il costo di 6 euro a partecipante. La prenotazione è consigliata: è possibile riservare posti telefonando al 328.8377206, oppure scrivendo a info@casamuseopogliaghi.it
Cristina Pesaro