Varese – Erano 7000 i visitatori prima di Natale, sono 12000 mila adesso, a pochi giorni dalla chiusura prevista il 18 febbraio.
La mostra dedicata alle pregevolissime opere di Claudia Gian Ferrari, ospitata da metà ottobre a Villa Panza, sta per chiudere i battenti con un risultato in termini di pubblico che supera il già lusinghiero traguardo raggiunto dalla mostra di Richard Long, con circa 10000 biglietti staccati.
Una mostra che suggella il grande passo di una delle più importanti galleriste e collezioniste italiane, decisasi per motivi nobilmente personali e culturali a donare al Fondo per l'Ambiente Italiano una selezione importante della sua collezione che annovera i maggiori protagonisti dell'arte italiana della prima metà del secolo scorso.
In attesa di essere definitivamente trasferita nella milanese Villa Necchi Campiglio, anch'essa entrata di recente nelle proprietà Fai, la collezione Gian Ferrari ha rappresentato l'evento del territorio negli ultimi mesi del 2006, presentata allora nelle cornice della Villa alla presenza di Vittorio Sgarbi.
Private purtroppo dopo poche settimane della sezione, straordinaria, delle sculture di Arturo Martini, le 44 opere rimaste conservano tuttavia intatto il gusto e la bellezza intelligente di un collezionismo che ha fatto storia, quello di Ettore Gian Ferrari, prima, e della figlia che ne ha raccolto l'eredità.
Quanto a Villa Panza, la mostra è servita come ouverture di un più ampio progetto cui la direttrice Anna Bernardini sta lavorando per portare a Biumo altri esempi di collezionismo privato illuminato, con nomi che potrebbero spaziare anche nel panorama internazionale e non fermarsi ai confini, in linea con il dna originario della collezione del Conte Panza.
Che, giust'appunto, dopo lo sconfinamento nell'arte italiana, intende ugualmente rimarcare la sua "autorità di competenza", riprendendo il filo di Arianna di mostre dedicate ad artisti statunitensi presenti a pieno titolo nel suo catalogo. A breve, in primavera, dovrebbe essere infatti presentata la mostra dedicata ad Anne Appleby, cui opere sono presenti in comodato all'interno del Palazzo Ducale di Sassuolo e già presentata due anni in una mostra a Mendrisio in uno spazio ricavato all'interno della nuova Accademia di Architettura.