New York – L’articolo che segue è reso possibile dalla continua corrispondenza tra il gallerista newyorkese e chi lo ha scritto, grazie ad un contatto ottenuto alla Biennale d’arte di Venezia alcuni anni or sono.
In corrispondenza della quarta personale, si rinnova il legame tra Harriet Korman e la Thomas Erben Gallery di New York con nuove opere che testimoniano la coerenza di una ricerca che dura da oltre 50 anni.
Il calibrato e armonioso susseguirsi cromatico di rettangoli tende a conferire alle opere in mostra, una calibrata idea di fuga e allo stesso tempo di ritorni simili a pulsazioni sentimentali, a dare l’impressione di un continuo afflato respiratorio.
Il tratto lievemente impreciso dona lievità al rigore del geometrico susseguirsi delle forme, la cui cadenza definisce un inarrestabile moto di percettibilità visiva.
Se ad ogni colore si fosse tentati di fare corrispondere una nota musicale ne scaturirebbero consonanze tali da portare ai passaggi armonici di Antonio Vivaldi.
Il movimento insito nelle opere di Harriet Korman conduce altresì al mutare dei colori presenti in ogni stagione dell’anno, ma anche il mutare delle luci nell’arco del giorno e della notte.
E se si considera il disegno un linguaggio, nei lavori della Korman segno e colore palesano la compiutezza del gesto e l’emotività che lo ha accompagnato rivelando un continuo dialogo tra cuore e mente.
Harriet Korman – Thomas Erben Gallery – New York, 526 West 26th Street, piano 4. Fino al 9 aprile. Orario: martedì-sabato 10-18
Mauro Bianchini