Questo articolo si adegua a questi momenti difficili e sicuramente diversi per la comunicazione dell’arte per cui si propone di raccontare una mostra esistente ma invisibile allo stesso tempo. La protagonista è l’artista Ana Sasu, esponente dei Liberi Artisti della Provincia di Varese che avevamo già conosciuto alla mostra collettiva dell’associazione al Camponovo in cui presentava alcune opere notevoli ispirate alle
icone del suo paese di origine, la Romania, e in particolare della Bocovina, “terra dei duemila monasteri” patrimonio dell’Unesco.
In Sala Nicolini, Ana Sasu propone una personale diversa e innovativa rispetto alla produzione dell’artista vista finora.
Con questa esposizione l’artista abbandona il suo lato classico da iconografa e lascia spazio alla creatività con tecniche varie su diversi materiali nell’ambito dell’arte contemporanea.
Alcune opere prendono avvio da una rilettura delle icone classiche per divenire una nuova forma d’arte, altre sono in partenza decisamente più pop e astratte.
I colori, in cui c’è sempre una prevalenza dell’oro, tipico della formazione dell’artista, si intrecciano per formare queste composizioni armoniche che comunque, come sottolinea Ana Sasu” cercano di ricordare le icone, sia pure, in questo caso, “scritte” in maniera molto diversa rispetto a quelle canoniche. Ispirandomi all’immaginario senza tempo delle icone bizantine – prosegue Ana Sasu – do forma ai miei dipinti, usando materiali diversi e sperimentando tecniche nuove.
Anche in queste espressioni non tradizionali cerco comunque di rappresentare il rapporto tra spiritualità e realtà, con una protagonista indiscussa, la figura femminile, sia essa terrena che spirituale. Qualunque mia figura cerca di rappresentare una spiritualità profonda in connessione tra l’universo terreno e quello sovraterreno”.
Nel proporre le proprie “armonie” l’artista offre spazio anche ad altre forme artistiche: alla satira ed all’umorismo con le vignette dell’esordiente “Pepè”, con cui condivide la sala di mostra, alla musica con le note del giovanissimo duo dei “Solo White” ed infine alla poesia con composizioni di Giovanni Giglio.
Cristina Pesaro