pala centrale
Sull'altar maggiore della chiesa della Torre trovava collocazione il famosissimo polittico dovuto al pennello del celebre Bernardino Luini (1480-1532) citato in un Inventario cinquecentesco di S. Sisinio e più tardi ancora negli Atti della visita pastorale di mons. Gio. Ambrogio Torriani, vescovo di Como, avvenuta nel 1669, il quale lasciò scritto: "C'è per icone una tavola dipinta dalla mano elegante del pittore Luini; rappresenta la Beata Vergine Maria che tiene in braccio il Bambino Gesù fra i Santi Lorenzo e Martino e il martirio di S. Sisinio; nella parte inferiore della stessa icone quattro altri Santi quasi come cornice".
Dobbiamo innanzitutto rettificare che il santo che si vede a sinistra della Vergine è Sisinio in vesti diaconali di rito ambrosiano (e non quindi S. Lorenzo), cioè uno dei titolari della Chiesa, confermato dalla scritta in oro S. Sixinus.
Nel 1524 Bernardino Luini portò a termine il polittico in più scomparti e la predella con la Madonna, i Santi e le storie di Martirio, Sisinio e Alessandro, in esecuzione del testamento di Cristoforo della Torre di Guido, rogato il 16 aprile 1523.
Il Torriani, infatti, trovandosi ammalato, stabiliva che dai suoi eredi che "dessero, tratti dai suoi beni, alla chiesa di S. Sisinio, dove voleva essere sepolto, fiorini dieci una volta soltanto perché si facesse un'ancona e ciò in rimedio dell'anima dello stesso testatore".
Nell'anno 1793 si tenne una importante riunione parrocchiale nella chiesa di S. Sisinio alla Torre, presieduta dal sacerdote Agostino Torriani, fratello del prevosto don Ambrogio, a ciò delegato dal vecchio priore Carlo Felice Quartironi, nella quale si addivenne alla
risoluzione di vendere il grande quadro dell'altar maggiore perché cominciava a subire il tarlo e si sperava in un buon affare a favore della Chiesa assai povera. La vendita di questo quadro preziosissimo fu una turlupinatura per i poveri parrocchiani, niuno dei quali poteva conoscere l'alto valore di un quadro simile in tempi di buona fede e di corta vista com'erano quelli di quell'epoca.
Infatti la pala, in tavole di pioppo, suddivisa in 10 scomparti "fu venduta col permesso del vescovo Rovelli al signor Giulio Sacchi di Varese, al prezzo di Lire 2750 , nel 1796".
Seppure smembrata, rimase nelle sue parti a Milano fino al 1885, anno in cui la predella (tre pezzi) e gli scomparti laterali (quattro pezzi) andarono ad arricchire due collezioni private di Londra e precisamente i quattro santi Stefano, Alessandro, Anna e Caterina la collezione Ruston e la predella, la più bella che il Luini dipingesse mai, con i fatti dei santi Sisinio, Martirio e Alessandro, la collezione Benson.
Già nel 1911 risultavano disperse le due parti alte che rappresentano probabilmente una Annunciazione.
Lo scomparto centrale raffigura certamente la più suggestiva tra le Madonne dipinte dal Luini, in cui è anche notevole l'affascinante ambientazione del gruppo in pieno paesaggio. I plinti e il riquadro centrale della predella illustrano rispettivamente: Il Voto; l'Ordinazione dei tre Santi; la Disputa all'altare di Saturno; l'Uccisione di Martirio e Alessandro e il Martirio di S. Sisinio.
Attualmente gli scomparti del polittico sono dispersi nelle seguenti collezioni: Torino (Collezione Di Rovasenda); New York (Casa Duveev); Gran Bretagna (Collezione del marchese di Normanby); Philadelfia (Collezione Johnson).
Lo splendido dipinto fu esposto nel 1953 alla mostra del Lumi tenutasi a Villa Olmo di Como, parzialmente ricomposto per l'occasione.
Luca Beltrami e il critico d'Arte A. Venturi hanno messo in risalto l'alto valore pittorico e artistico della tavola luinesca, affermando fra l'altro che "per la freschezza immediata della illustrazione, per l'agreste poetica dei fondi di paese, essa è forse la pagina più significativa e completa del pittore, quella che maggiormente ce lo rivela".
Le quattro figure di santi, laterali allo scomparto centrale "sono notevoli per il disegno largo che assegna loro grandiosità malgrado le piccole dimensioni dei riquadri nei quali il Luini ha dovuto contenere quelle figure"; ed anche i cinque riquadri della predella, con gli episodi ricordati, "sono nuove testimonianze della facilità con la quale il pittore, malgrado l'angustia dello spazio, sapeva svolgere ed animare le scene più complesse senza mai cadere in quelle minuzie che erano troppo contrarie al temperamento suo".
Nel 1797 in un'assemblea parrocchiale alla Torre si espose "che parte della somma percepita dalla vendita della pala è servita per pagare un altro grande quadro" che troneggia oggi sull'altar maggiore, opera egregia di Giovan Battista Bagutti di Rovio (1742-1823). Esso rappresenta il martirio di S. Sisinio dipinto mentre l'autore era nel pieno della sua attività artistica.