In un locale della Chiesa Parrocchiale dell'Annunciazione di Bosco Valtravaglia (Montegrino – VA) si può ammirare un'opera d'arte unica e straordinaria: è il "Presepe di radici" realizzato a partire dal 1987 da Fermo Formentini, artista delle radici, nato e vissuto a Bosco, classe 1919.
Ricorre pertanto quest'anno il 25° anniversario dell'allestimento del primo presepe e per l'occasione, domenica 2 dicembre tutta la comunità si prepara a festeggiare l'autore con una manifestazione a lui dedicata. Gli alunni delle scuole elementari e materne sono stati invitati a visitare il presepe e a realizzare un loro lavoro di scrittura o di disegno, ispirato all'opera di Fermo Formentini, che sarà esposto nella sala del presepe; la S. Messa delle ore 10.00 sarà celebrata da S.E. Monsignor Luigi Stucchi e allietata dalla presenza e dai canti dei giovani alunni. Anche il Gruppo Musicale Boschese, riunito per la festa di santa Cecilia e il Gruppo Alpini Bosco-Montegrino parteciperanno alla celebrazione e accompagneranno poi il corteo fino alla sala del presepe dove Monsignor Stucchi benedirà l'opera del Formentini e tutti i presenti.
Racconta Fermo Formentini: "Quando sono andato in pensione, mi recavo spesso nei boschi e un giorno del 1987 ho avuto la fortuna di trovare una pianta sradicata; guardando con attenzione mi è sembrato di vedere una sporgenza che assomigliava ad un animale. Mi sono avvicinato e ho visto con mia meraviglia che era molto simile ad un cammello. Ho
tagliato il pezzo, l'ho portato a casa pensando all'oriente e ho collegato il cammello alla natività. Ho pensato allora di allestire un piccolo presepe fatto solo con radici al posto delle tradizionali statuine… Anno dopo anno, radice dopo radice, la mia ricerca mi ha portato ad individuare nuovi personaggi, fino ad avere 150 "statuine" tutte in radice. Io le raccoglievo e, dopo averle ripulite, le ravvivavo con un tocco di colore, lasciando la loro forma originale. La mia è stata solo una collaborazione con la natura che le aveva create, mi sono limitato a ripulirle e a farle emergere col colore sul piano del presepe".
Da un altare della chiesa dove era stato esposto nei primi anni, il presepe, sempre più grande e ricco di particolari, ha trovato dimora stabile in un locale adiacente alla sacrestia, dove è possibile visitarlo tutto l'anno. Nel nuovo spazio, dice l'autore "è stato necessario trovare a ciascun pezzo la giusta collocazione nella sacra rappresentazione e in questo ha collaborato anche mia moglie Alda, suggerendo la scelta della radice più adatta all'ambientazione. Ogni volta che ne parla, Fermo ringiovanisce per il fervore di poter descrivere quella che lui chiama "la sua creatura". Certo la fatica è stata notevole nel corso dei numerosi anni di ricerca nei boschi per individuare quel pezzetto di robinia simile ad un
cammello, le cortecce di betulla, bianche come le case del villaggio di Betlemme, il legno prezioso da deporre nella mangiatoia, le radici che potessero rappresentare la Madonna e Giuseppe, il bue e l'asino per riscaldare la fredda grotta… e le decine di viandanti che, collocati a gruppi o singolarmente, ben rappresentano con la gestualità spontanea che Fermo ha individuato nelle strane forme delle radici, tutti i personaggi classici del presepe. Le strade che escono da Betlemme, ricoperte di sabbia giallo-rosata, si snodano fra distese di arena e oasi di muschio arricchito da alcune palme e da qualche ulivo in miniatura. La rappresentazione del paesaggio risulta molto realistica. Anche le montagne sullo sfondo, spruzzate di neve, costituiscono un legame onirico fra i monti della Giudea e quelli della Valtravaglia, tanto cari al Formentini.
L'insieme della composizione, che si sviluppa su circa 16 metri quadrati, è stato studiato in tutti i particolari, e volutamente i personaggi-radice richiamano tematiche e valori fondamentali: la maternità, rappresentata da tre mamme che stringono fra le braccia i loro piccoli; la paternità che Fermo ha individuato in una radice raffigurante un uomo che tiene per mano un bambino; il lavoro che osserviamo nel laboratorio dell'artigiano, fra i gruppi di pastori; l'amicizia e la solidarietà che emergono dai personaggi a colloquio fra loro; le scale appoggiate alle pareti che conducono verso le piccole case situate sulle montagne a simbolizzare la fatica e l'ascesa che ogni credente deve compiere per raggiungere il traguardo della fede; il rispetto della natura che emerge da ogni particolare inserito nella composizione; la fedeltà al racconto evangelico che il Formentini propone in tutto il suo presepe. L'Associazione "Amici del Piccio" curatrice dell'opera, invita a visitarla dal 25 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013, dalle 14.30 alle 17.30.