Milano – “The Immediate Gaze”: il titolo di una mostra e di un volume firmati da Maurizio Coppolecchia e Pietro Spica. L’esposizione si è recentemente aperta allo Spazio d’Arte Scoglio di Quarto. La rassegna, a cura di Gabriella Brembati, mette a confronto venticinque fotografie di un viaggio all’interno delle steppe della Mongolia, riprodotte in stampa digitale su carta con altrettanti acquarelli, oltre a cinque polaroid originali.
La storia di un viaggio in due tempi
Nel 1989 Maurizio Coppolecchia, producer e fotografo milanese, compie un reportage a colori nel deserto dei Gobi in Mongolia, Paese grande cinque volte l’Italia, con una semplice Polaroid SX70 durante uno scouting per uno spot pubblicitario, fermando in istantanee su pellicole autosviluppanti 8×8 cm gli sguardi discreti e schivi di allevatori nomadi, uomini e donne, giovani e vecchi.Trent’anni dopo, nel 2020, Maurizio chiede al suo amico Pietro Spica, artista italiano scomparso da poco, di compiere il medesimo viaggio con i suoi acquarelli e la sua arte caleidoscopica e magica partendo proprio da quelle stesse immagini, lontane nel tempo ma non nelle emozioni e nei ricordi dell’autore. Da questo viaggio in due tempi, reso soprattutto possibile dalla profonda e antica amicizia che lega Maurizio e Pietro, nascono la mostra e un libro d’artista che portano lo stesso titolo.
La mostra
Le immagini fotografiche esposte raccontano di un reportage culturale e antropologico reso possibile grazie alla “magia” di quei ritratti istantanei formato polaroid che permisero a Maurizio Coppolecchia di costruire da subito un rapporto di reciproca fiducia con la gente del luogo, vivere la loro stessa quotidianità, scoprendo l’eleganza e la fierezza di un popolo costantemente in movimento, espressione di una cultura e un mondo diametralmente opposti agli stereotipi occidentali. A dialogare con le fotografie di Coppolecchia, gli acquarelli di Pietro Spica che, sebbene non abbia partecipato a quell’avventura, è riuscito ugualmente a ricreare le atmosfere di quel viaggio fatto di paesaggi, volti, relazioni e ricordi attraverso traiettorie immaginarie secondo la propria fantasia e la propria poetica, sempre partendo da quelle stesse foto di uomini, donne e bambini scattate trent’anni prima. Una rilettura suggestiva, sospesa, quasi fiabesca, che ha permesso a Spica di cogliere appieno il senso profondo delle fotografie: nei suoi disegni tutto viene poeticizzato, l’elemento umano così come gli animali: a partire dall’immancabile cammello, gli utensili della vita quotidiana o le ger, le iurte tradizionali mongole usate dai pastori nomadi, la natura così come i cieli o i paesaggi.
Il libro
Il volume “The Immediate Gaze”, che sarà presentato sabato (29 gennaio) alle 16, oltre alle fotografie di Coppolecchia e agli acquarelli di Spica è arricchito dai testi del filosofo Dario Borso, dello scrittore Andrea De Carlo, dello storico e critico della fotografia Roberto Mutti e della giornalista Valeria Cerabolini, oltre a un racconto dell’artista Stefano Soddu, per tradurre in parole le emozioni che scaturiscono da ogni singolo scatto e disegno. Il libro d’artista, edito da Blueprint con una tiratura limitata di 200 copie sarà a disposizione oltre che in sede di mostra, anche in alcune librerie di Milano (Libreria Gogol, via Savona 101; Stamberga Concept Gallery, via Melzo 3; Libreria Verso, corso di Porta Ticinese 40, Galleria Nuages, via Del Lauro 10; Libreria Bocca, Galleria Vittorio Emanuele II 12; Libreria Hoepli, via Hoepli 5); Pavia (Libreria Il Delfino-Ubik, Piazza Cavagneria 10); Genova (Libreria L’amico Ritrovato, via Luccoli 98/R), Camogli (Libreria Ultima spiaggia, via Garibaldi 114) e Rapallo (Libreria Agorà, via Milite Ignoto 22).
La mostra è aperta al pubblico da martedì a venerdì dalle 17 alle 19; sabato dalle 15 alle 19. Fino al 30 gennaio. In altri orari e la domenica solo su appuntamento scrivendo a: info@galleriascogliodiquarto.com; sms 348-5630381
Note biografiche:
Maurizio Coppolecchia, nato a Milano nel 1955 è uno dei produttori che hanno reso possibile la complessa realizzazione del film “Il Divo” di Paolo Sorrentino, premio speciale della giuria al Festival di Cannes 2008. Tra gli anni ‘80 e ‘90 svolge attività fotografica per importanti periodici italiani come Capital, Class, Gente Money e Panorama Mese, mentre negli anni successivi lavora nell’ambito della produzione pubblicitaria come executive producer. Nell’ottobre 2006 fonda “Parco Film”, casa di produzione pubblicitaria e cinematografica che annovera da subito figure di rilevanza internazionale come Sebastien Chantrel, Sebastian Grousset, Paolo Sorrentino, Alexander Paul e Pep Bosch. Ultimamente è tornato ad occuparsi a tempo pieno di quella che è stata la sua attività creativa iniziale, la fotografia.
Pietro Spica (Dolo 1953 -Rapallo 2021) si avvicina presto alla pittura grazie allo zio, l’artista Gianni Dova, tra i fondatori del movimento Spazialista italiano. Milanese d’adozione, è l’incontro con Bruno Munari a permettergli di fare della sua passione una professione, cominciando come illustratore di libri per bambini e insegnante di acquarello. Compie numerosi viaggi in Oriente e nelle Americhe, dai quali trae suggestioni che influenzano profondamente la sua tecnica espressiva grazie all’incontro con tradizioni figurative di diverse culture. I suoi quadri, dai colori brillanti e dalle linee morbide, sono esposti in diverse gallerie italiane e statunitensi e sono presenti in numerose collezioni in Europa e America. Negli ultimi anni ha soggiornato e lavorato a Milano, in Liguria e nell’isola di Minorca.