Busto Arsizio – Nel varcare la soglia della Galleria Cristina Moregola a Busto Arsizio dove è in corso la mostra “Jaipur Drawings”, si coglie quanto sia profondo il legame che unisce il lavoro di Francesca Gagliardi all’arte indiana.
Tale visita ci ha permesso di aprire un dialogo con l’artista.
Come ti sei avvicinata all’arte indiana ?
“All’inizio a spingermi in India è stata la semplice curiosità e la prima reazione, a causa degli odori, dei rumori di quanto accadeva in generale è stata respingente. Non è stato primo amore. In seguito viaggiando all’interno ho iniziato ad amarla, al punto da non avere più voglia di ritornare, infatti ho rimandato più volte la data del rientro. Inoltre grazie all’arrivo di amici quali Aldo Lazzarino e sua moglie Giulia che hanno viaggiato per una vita in India, sono riuscita ad avere molte possibilità, tra cui un mio atelier dove poter lavorare. Grazie a loro ho conosciuto Thomas Kovoor della fonderia Sukriti Jaipur con il quale ho subito stabilito un profondo dialogo. Da qui si è aperta una porta che mi ha portata a fare successivi viaggi, però ben sette anni dopo il primo. Dopodiché i miei ritorni hanno avuto una cadenza regolare”.
Nelle tuoi lavori ricorre sovente la forma circolare con contorni ben definiti che si stemperano verso la parte centrale dell’opera.
“L’incipit è istintuale, dopodiché l’intenzione è rappresentare la parte femminile del seno come elemento intimo, ma che con il trascorrere del tempo ha assunto l’idea di protezione, tant’è che sono arrivata a concepire gli “scudi” come totale forma di difesa. Leggendo Jung e in seguito approfondendo in India il concetto di Mandala ho appurato come tale espressione si riveli anche un atto di autoguarigione. E’ una figura archetipa che ritorna sempre nei miei lavori. Per me è un rituale di meditazione e di equilibrio”.
E’ corretto affermare che attraverso il tuo operare conferisci al tempo una tua personale dimensione ?
“Sicuramente, arrivo a lavorare in una estensione altra, tra realtà e irrealtà: realtà temporale e spazio onirico. E’ un viaggio intimo e intellettuale in una mia dimensione spazio-tempo”.
A fronte di lavori delicati che inducono a raffigurare il seno femminile, proponi anche opere dall’intenso impatto formale e simbolico come gli “Scudi”.
“Gli scudi sono l’opposto dei disegni, ragionando con Cristina, concordavamo sul fatto che questa mostra propone un indiscutibile sguardo femminile: dalla scelta del colore, delle forme sino dell’idea di viaggio interiore, quasi viscerale. E’ seguendo tali presupposti che ha avuto origine questo lavoro quasi ossessivo, dopodiché si è verificata la necessità del suo opposto concepito come protezione della parte intima e interiore”.
In alcune opere abbandoni il rosa per declinare verso differenti tonalità di blu.
“Il blu rappresenta la forza dello scudo e arriva dopo l’incontro con la materia. Nel rosa si concentra la femminilità, la seduzione, l’emotività. Il blu porta alla forza che ritorna in alcuni miei lavori dove arrivo all’uso di materiali quali l’alluminio e il bronzo. In questa mostra sono stati scelti alcuni lavori blu con l’intento di arrivare in modo junghiano a concepire un discorso tra la componente maschile e quella femminile. L’arte, secondo me, non ha sesso, ma esiste un linguaggio tra parti emotive che sta all’interno di ogni essere umano che possiamo definire maschile e femminile”.
Francesca Gagliardi – “ Jaipur Drawings” – Busto Arsizio, Galleria Cristina Moregola, Via Andrea Costa 29. Fino al 29 gennaio 2023. Orario: giovedì-domenica 16-19
Mauro Bianchini