L'arrivo in città – Tadao Ando a Palazzo Estense. Tadao Andao a Villa Panza. Tadao Ando alle Pizzelle. In forma non ufficiale ma accedendo anche ai luoghi dell'ufficialità istituzionale, il diafano architetto giapponese è approdato a Varese, approfittando di una sua conferenza a Milano. Visita al sindaco, dunque, visita e pranzo a Biumo e poi il sopralluogo al Sacro Monte accompagnato dallo stesso Attilio Fontana, dall'assessore alla promozione del territotorio Enrico Angelini, dagli architetti Matteo Sacchetti e Luca Basso Peressut, dal direttore di Varese Europea, Arturo Bortoluzzi.
La scintilla – Come anticipato da queste pagine qualche settimana fa, Ando era atteso nei primi giorni di dicembre: una visita servita a testare quanto evocativo potesse essere ai suoi occhi il luogo dell'opera; sondare le sue impressioni – il personaggio si dice sia abbastanza imperscrutabile – capire insomma se l'esperienza diretta potesse accendere in lui la scintilla. Tutto il famoso progetto di realizzazione di installazioni dedicate ai Misteri Luminosi, ruota intorno all'algida disponibilità del
giapponese. E' lui fin dall'inizio il punto fermo, il regista indicato da Panza.
Religioso silenzio – E con Panza in gran parte si è svolta la giornata dell'architetto: una lunga visita alla collezione della Villa, in religioso silenzio, attento a valutare e a riprendere con la sua macchina fotografica, da buon giapponese che si rispetti, le installazione di Irwin e Turrell, in particolare.
Poi la visita al Sacro Monte innevato, situazione ambientale e paesaggistica quanto mai indicata per la sua sensibilità. In mano il masterplan redatto nelle scorse settimane dal Politecnico di Milano, la traccia del futuro, ipotizzato lavoro alle Pizzelle, prediposto tanto per gli artisti che per gli organi di governo del territorio e del patrimonio storico, artistico e culturale, per prevenire nuovi strascichi polemici.
La visita di Ando, che fa seguito a quelle di alcuni altri tra quelli indicati originariamente da Panza, rappresenta davvero l'inizio del percorso. L'architetto, non insensibile al fascino antico e potente della Fabbrica del Rosario, si è riservato di riflettere. Le sue valutazioni e, nel caso, le sue prime indicazioni, a breve sulla scrivania del sindaco.