Quest’anno sarà la collezione Giannelli, una delle più importanti al mondo nel settore, a riempire le Sale espositive della Pinacoteca Züst. A essere proposta è un’originale, straordinaria parata di “morsi di cavallo”, comprendente esemplari unici e rarissimi di epoca mesopotamica, greca, romana, medievale e rinascimentale, con alcuni pezzi che risalgono addirittura al 1400 a.C.
Un percorso, dal titolo «Il Cavallo: 4’000 anni di storia. Collezione Giannelli», promosso dalla Pinacoteca Züst e curata da Alessandra Brambilla e Claudio Giannelli, che testimonia come uomini e cavalli abbiano lavorato, giocato e fatto la guerra fianco a fianco per lunghi secoli, in mostra fino al 19 agosto.
Ma, che cosa si vedrà esattamente in mostra?
Morsi, speroni e staffe ma anche dipinti, incisioni e libri antichi che documentano la millenaria frequentazione uomo-cavallo.
La Collezione Giannelli documenta – con pezzi di assoluto interesse – i quattromila anni che hanno visto il fiero animale diventare un Equus frenatus, letteralmente un cavallo imbrigliato. L’esposizione prende il via con una serie di manufatti della popolazione degli Sciti, nomadi delle steppe asiatiche, per proseguire con gli eccezionali morsi provenienti dal Luristan, regione montuosa dell’attuale nord-ovest iraniano per concludersi con un viaggio attraverso le civiltà degli etruschi, dei greci, dei romani giungendo, infine, al Rinascimento e ai giorni nostri.
Un affascinante excurus mirato a esaltare e nobilitare la figura del cavallo quale compagno dell’uomo nel lavoro, nello sport e nelle parate.
Strettamente connesso alla figura del cavallo e al suo rapporto con l’uomo è il ‘morso’. Simbolo di potere, spesso associato a un mezzo estetico di ostentazione della ricchezza, il morso – che altro non è se non un mezzo di contenimento – fu inteso anche come una chiave di identificazione e riconoscimento sociale oltre che un simbolo rituale. Un oggetto importante, quindi, protagonista di incessanti modifiche da parte di artisti-artigiani (i fabbri) che, con la loro maestria, hanno accompagnato la storia dell’equitazione producendo oggetti che vanno ben al di là della semplice funzione di strumento di comunicazione tra il cavaliere e il suo cavallo.
Fanno parte del percorso espositivo, oltre ai morsi, altre ‘eccellenze’ della Collezione Giannelli: dai primi testi rinascimentali dei grandi maestri – Grisone, Pignatelli, Fiaschi, Ferraro… – all’Encyclopédie con le illustrazioni riservate all’equitazione, il tutto accompagnato da dipinti, incisioni, disegni e sculture.
Le sorprese non finiscono qui. La visita alla mostra consentirà anche di conoscere e ammirare alcuni rari e particolari accessori quali ipposandali e falere d’epoca romana, staffe in legno di origine sud-americana, campanelline da cavallo in bronzo mesopotamiche e molto altro ancora.
Il Cavallo: 4’000 anni di storia. Collezione Giannelli
6 maggio – 19 agosto
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst
Rancate (Mendrisio), Svizzera Giulia Lotti