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E' sempre stato il suo, un tratto ed un pensiero leggero, famigliare, come nell'ultima mostra sulla donna, a parlare era il corpo, il corpo prepotente, seppur leggero, un corpo intimo ma come guardato dall'esterno e osservato con riflessione, e pieno di energia.
Oggi, il lavoro del pittore cambia direzione e si rivolge alla donna che è sempre la stessa eppure sempre diversa, infinita, imprendibile, inarrestabile eppure ferma e statica e presente e consapevole e autorevole e sicura ma con un'ombra di cedimento
nello sguardo, fuggevole e misterioso.
Massimo Piazza ha saputo descrivere la donna esattamente come è: indescrivibile perché mutevole, un risultato quasi incredibile e molto difficile proprio perché la donna non solo ha mille sfaccettature ma, nei vari momenti della propria vita è tante cose insieme, a seconda di quello che sta vivendo.
E ancora ha saputo trasmettere ai dipinti gentilezza e rispetto, altre cose rare di questi tempi da parte degli uomini nei confronti delle donne, quasi come se le avesse dipinte con i fiori.
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Mentre se l'occhio che le guarda è femminile, provoca un sottile, impercettibile sorriso silente di complicità e riconoscimento dell'uguale. La sua pittura è dunque stata alzata e lanciata oltre il possibile dell'asticella.
Ogni quadro è più misterioso e più bello dell'altro, se li guardi a lungo, uno per uno, hai come la sensazione di aver colto il segreto del pittore e del soggetto ma, subito dopo, eccolo di nuovo perso, Chi era? L'ho già vista? O era un'altra? Sono io? Sei tu? Chi è? Chi siamo? Una, nessuna, centomila sfumature di colori e intensità di emozioni per gli occhi e per il cuore. Da non perdere.