Premio San Fedele – Da molti anni ormai il Premio San Fedele dà la possibilità a giovani artisti di affermarsi in questo campo. La scelta è ridotta a 40 talenti, scelti da curatori/tutor che li seguono costantemente durante le fasi del Premio e li presentano al pubblico. La scelta del vincitore, che otterrà la possibilità di esporre una personale alla Galleria San Fedele, si baserà su lavori eseguiti appositamente per l'occasione riguardanti un tema specifico dato di anno in anno: questo è quello di "Arte e potere". La mostra dedicata alle opere del concorso e la premiazione è prevista per maggio 2008.
Presentazione – Martedì 5 febbraio, nell'ambito di questo Premio sono stati presentati sei artisti dalle diverse provenienze e qualità artistiche, seguiti e appoggiati da Angela Orsini, giovane curatrice gallaratese che ormai da tre anni partecipa a quest'evento. Angela ha supportato le presentazioni degli artisti, che commentavano le proprie opere presentate attraverso fotografie in power point, con un breve commento e facendo domande atte ad esplicare e comprendere in maniera adeguata il lavoro di ogni singola personalità.
Disegni di fili – La prima artista, Laura Patacchia, diplomata in pittura all'Accademia di Belle Arti, ha presentato il suo lavoro e i risultati di una ricerca durata 10 anni. Laura si è interessata al concetto di spazio creando opere site specific in siti abbandonati, come cantine o lavatoi, in cui fili di cotone creano uno spazio nuovo, per creare un disegno come la traccia di una matita, ed incatenano oggetti abbandonati ridando loro vita e importanza. Per Angela Orsini: "queste opere dialogano con gli oggetti che vengono inglobati e sospesi, quasi a strapparli all'effimero e portarli a un livello superiore". Dai fili di cotone la ricerca di Laura si è spostata a quelli di ferro per realizzare quasi una scultura, che nonostante la maggior stabilità del materiale risulta più effimera, perché riflettendo la luce sembra scomparire.
Un mondo parallelo? – Giovanni De Gara è un trentenne architetto di Firenze; dipinge da due anni e ha partecipato al festival della creatività di Firenze. La caratteristica e la bravura di quest'artista risiede nella sua infinita e a tratti contorta creatività, con la quale egli ha sviluppato un mondo parallelo e affascinantissimo, ricco di spunti della nostra realtà. Per la curatrice "questo grande potere immaginativo porta alla creazione di ricorrenti oggetti e personaggi a volte stabilizzanti e a volte inquietanti: come la lavatrice elevata a chiesa perché lava e ci purifica dal male, il topo con gli occhiali da sole, il trans e il nero col cervello. Questa esigenza di dipingere può trovare significato nell'esigenza di elaborare la realtà per capirla meglio, attraverso una sorta di piccoli autismi, che creano questo mondo così ironico e lontano, eppure così vicino al nostro".
Statue di ricordi – Ilaria Giussani invece lavora con lastre di rame e acido nitrico per creare sculture tessili. Gli abiti metallici ossidati vogliono, nella sensibilità dell'artista, raccontare una storia. "Queste opere – commenta Angela Orsini- parlano fortemente di assenze che vengono materializzate attraverso i vestiti". Un'arte che appare malinconica e che affronta il tema del passato, l'abito è vissuto e consumato non solo dalle persone che lo hanno indossato ma anche dall'acido che lo corrode, pur rendendolo scultoreo.
Foto di confine – Isabella Grassi ha concentrato la sua vena artistica riflettendo sul tema del confine attraverso la fotografia. Il confine ritratto da Isabella quello paesaggistico, per esempio il confine Italia/Slovenia, ma anche il limite tra spazio pubblico e privato mediante foto che ritraggono un cinema abbandonato, o il confine tra un'idea, un progetto, e la sua realizzazione mediante foto scattate nel 2007 di una residenza popolare di Santiago in Cile costruita agli inizi degli anni '60.
La "pesantezza" delle piccole cose – Daniela Novello, diplomatasi a Brera in pittura, da sei anni si occupa di scultura in marmo. Le opere che ha presentato fanno parte di una raccolta da lei intitolata "archeologia del contemporaneo", poiché rappresentano oggetti della nostra quotidianità, e quindi contemporanei, scolpiti in marmo, materiale che rimanda all'archeologia. Daniela per queste opere che rappresentano spugne da cucina, gessetti, barattoli di china, cartoni del latte, ha utilizzato diversi tipi di marmi e pietre compiendo una ricerca precisa del materiale che più si avvicinava alla natura e alla cromia degli oggetti rappresentati. Angela Orsini sottolinea la "grande abilità che porta ad effetti illusionistici sorprendenti".
Vedere con gli occhi chiusi – Ultima artista a presentare il proprio lavoro è stata Esther Nora Mathis, che lavora con la fotografia alla ricerca del vuoto: "ho cercato di vedere il mondo con gli occhi chiusi", specifica l'artista. Ciò che preme rappresentare a quest'artista sono "le cose che rimangono quando si toglie tutto". Per la curatrice è evidente: "la volontà di rendere uno stato d'animo in equilibrio tra riflessione e malinconia".
Per informazioni sul Premio San Fedele: www.premioartivisivesanfedele.it
L'iscrizione per l'anno 2008/2009 è gratuita e deve essere effettuata entro il 31 agosto 2008.