Francesca Antognazza, studentessa del corso di laurea magistrale in Storia e Critica d'Arte all'Università degli Studi di Milano, residente a Venegono Inferiore, ha recentemente portato a termine la sua tesi di laurea. In attesa della discussione, che si terrà il prossimo maggio, ci spiega in anteprima i modi e le motivazioni di una tesi multidisciplinare, a metà tra arte e cinema, che apporta nuovi contributi alla comprensione dell'arte di Francis Bacon.
Francesca, da dove nasce l'idea di questa tesi?
"L'arte e il cinema sono le mie due grandi passioni. Durante i miei studi ho avuto modo di approfondire le mie conoscenze in merito a queste due discipline grazie ai corsi di arte contemporanea e di storia del cinema. A coronamento di questo percorso c'è stato l'ormai soppresso corso in "Teorie e tecniche multimediali dell'immagine e della comunicazione visiva" che ha acceso in me l'interesse per le contaminazioni, soprattutto tra arte e cinema. La volontà di fare una tesi multidisciplinare mi ha portato a fare ricerche su questo ambito e incappare nel caso di Francis Bacon".
Quale aspetto ancora inedito di Bacon hai voluto approfondire?
"Francis Bacon è un artista conosciuto in tutto il mondo e molto studiato, ma che presentava alcune zone d'ombra. Infatti il suo grande interesse per il cinema viene spesso citato ma non è mai stato ampiamente studiato. Inoltre ho scoperto che la pittura di Bacon, a sua volta, aveva influenzato alcuni registi. Ho quindi deciso di realizzare un lavoro che analizzasse il rapporto cinema- Bacon da entrambi i punti di vista".
Si tratta di influenze reciproche, quindi, tra arte e cinema. E' un rapporto paritetico o c'è una direzione prevalente?
"La parte più abbondante di materiale è certamente quella relativa all'influenza del cinema su Bacon; in particolare si concentra su due registi: Ejzenštejn e Buñuel. Fin dai suoi esordi Bacon ha indicato questi due registi come elementi chiavi per la strutturazione ed evoluzione della sua pittura. A partire dagli studi già presenti ho provato a organizzare un discorso completo attorno a questi due registi, andando oltre i dati già emersi. In particolare ho provato a confrontare direttamente gli scritti e i film dei due registi con le interviste e le opere di Bacon per poter affrontare nella maniera più diretta possibile le relazioni che intercorrono fra questi tre artisti".
E per quanto riguarda gli influssi di Bacon sul cinema?
"Questa parte ha richiesto un impegno maggiore. La documentazione disponibile è scarsa o superficiale. Io ho preso in considerazione i seguenti film: Teorema (Pasolini), Ultimo tango a Parigi (Bertolucci), Eraserhead (Lynch), Batman (Tim Burton), Love is the devil (John Maybury), Alien (Ridley Scott), Trainspotting (Danny Boyle) e Il cavaliere oscuro (Christopher Nolan).Visionando i film e addentrandomi negli universi dei singoli registi ho provato ad avanzare ipotesi in merito alle scelte operate e, quindi, alle diverse letture dell'arte di Bacon".
In che modo il cinema ha attinto all'arte di Bacon?Sono emerse interpretazioni differenti?
"Sì. I registi che si sono ispirati a Bacon hanno fatto scelte anche molto diverse tra di loro. Si passa da citazioni dirette di alcune opere, a scelte di tipo tecnico, fino alla costruzione di certi personaggi. Pasolini inserisce due opere all'interno di Teorema e queste diventano il pretesto per un discorso che parte dall'arte contemporanea e arriva alla critica della società moderna. Bertolucci usa ampiamente l'arte di Bacon all'interno di Ultimo tango a Parigi: inserisce due tele di Bacon nei titoli di testa, la caratterizzazione cromatica e spaziale di alcuni ambienti si rifa completamente all'arte di Bacon e cerca di applicare il concetto di sfocato
baconiano al cinema. Lynch viene influenzato da Bacon sin da suoi esordi di pittore e porta con se questo suo bagaglio culturale nel cinema. La definizione dei corpi, la violenza, la creazioni di universi filmici anomali sono fortemente debitrici dell'arte di Bacon. Tim Burton costruisce il personaggio di Joker e la sua follia estetica come se fosse un'estremizzazione della figura di Bacon e della sua arte. Love is the devil narra della relazione tormentata tra Bacon e George Dyer. Si tratta di un film altamente sperimentale che trasforma e declina la vicenda come se si trattasse di una tela del pittore".
A quali conclusioni giunge la tua tesi?
"Studiare in maniera approfondita l'influenza del cinema su Bacon è stato fondamentale per fare maggiore chiarezza sul linguaggio del pittore e sulle sue idee estetiche. La multidisciplinareità è stata la chiave che ha permesso a Bacon di creare un'arte originale, ancora contemporanea e assolutamente indipendente. Allo stesso modo, capire come alcuni registi abbiano fatto la stessa operazione, permette di comprendere la complessità che sottostà ai processi di contaminazione. Attraverso le loro operazioni, l'arte di Bacon vive una seconda vita e assume nuovi ed inediti significati. Ho voluto affrontare entrambi gli ambiti di influenza per avere una visione totale e completa della questione: ogni arte è in fondo il risultato delle scelte teoriche e operative dell'artista ma anche dei significati che i fruitori le attribuiscono".