Di mestiere fa, in parola scarne, l'anello di congiunzione tra un ente, una istituzione e il suo possibile finanziatore. In equilibrio tra le esigenze e le aspettative del primo, i bisogni e le necessità del secondo. Questo mestiere, lo insegna, in diverse scuole elvetiche e di recente anche presso la Cattolica a Milano, di questo mestiere ha scritto in più pubblicazioni. L'ultima delle quali Sponsoring dalla A alla Z, pubblicato sul mercato tedesco e giunto alla quarta ristampa, arriva adesso nelle librerie italiane grazie alla casa editrice Skira. Ne parlerà a Villa Panza, l'autrice, Elisa Bortoluzzi Dubach, varesina di nascita e di famiglia, residente da anni a Zugo, in Svizzera dove esercita la professione di consulente diplomato federale di relazioni pubbliche e consulente di comunicazione e sponsoring e già consulente, ad esempio, del Guggheneim per il mercato svizzero.
Per semplificare: cosa sostiene il suo libro?
"Tecnicamente è un manuale operativo pensato e scritto per entrambe le parti: dai primi contatti tra chi vuole un sostegno finanziario al proprio progetto culturale fino alla firma del contratto. Pensato per chi ha necessità di questo sostegno ma anche per chi questo sostegno lo concretizza".
Qual è attualmente la situazione?
"Non semplice e non del tutto chiara. In Italia mancano in parte gli strumenti, soprattutto per le aziende che vogliano sponsorizzare, per capire il vantaggio di una tale operazione".
Il suo libro, scritto in tedesco, ha avuto ottimi riscontri.
"Perché nei paesi del nord è più facile e le aziende lo hanno già da tempo capito, creare dei meccanismi di questo tipo".
Il suo incontro a Villa Panza una panoramica sul sistema dello sponsoring culturale in Europa, la presentazione delle nuove tendenze in atto e l'esposizione di alcune case histories di successo. Anche nel libro si trovano di queste case histories?
"In realtà no, non ho voluto inserire casi pratici esemplari. Una scelta precisa: credo che ci siano due cose che fanno invecchiare presto questi studi, le cifre e le personalizzazioni dei casi. Il manuale è in questo senso generico, ma credo che serva a garantire una durata maggiore".
La sua professione esattamente qual è?
"Quella del consulente. Lavoro non tanto su come trovare un finanziamento, quanto piuttosto su come creare le condizioni per rinnovare nel tempo questo finanziamento. Perché la cosa più difficile è fidelizzare lo sponsor".
Come si fidelizza lo sponsor?
"Spiegando bene come spendere e spiegando esattamente il ritorno in termini di fatturato e di immagine".
Esiste una forma di etica nel suo lavoro?
"Assolutamente. Nei miei compiti vi è è anche il controllo dei pacchetti azionari. Non posso pensare di coinvolgere un mio cliente in un rapporto con una azienda su cui possono esserci ombre sulla liceità del suo fatturato. Lo stesso vale naturalmente per quanto riguarda il profilo etico dello sponsorizzato".
Come vede la situazione a Varese?
"Ovunque presenti il mio libro, mi piacerebbe sorgesse un dibattito. Qui a Varese, che conosco bene, essendoci nata e avendo la mia famiglia, ad esempio, sarei felicissima se all'interno dell'Unione Industrali si creasse una commissione culturale che gestisse le relazioni con gli attori preposti del territorio. La stessa Villa Panza, che gli stranieri frequentano quasi fosse un pellegrinaggio, meriterebbe una considerazione del tutto diversa da parte della realtà industriali del territorio. Questi modelli di valorizzazione tra l'ente che governa il sistema industriale e il patrimonio artistico esistono e funzionano molto bene in Germania, per esempio. Ma il discorso si potrebbe estendere ad altre realtà da valorizzare ulteriormente, come il Sacro Monte".
Perché non c'è ancora questa forma di sostegno?
"Manca l'abitudine, ma soprattutto mancano ancora gli strumenti di controllo del successo della sponsorizzazione".
Sponsoring dalla A alla Z. Manuale operativo
Elisa Bortoluzzi Dubach, Hansrudolf Frey
Edizione Skira, 2008
pp. 272
€ 30.00