-ph G.F.Ferrario
Primi passi – "Un intervento coraggioso", è il commento dell'architetto Angela Baila incaricata dalla Sga, Società Grandi Alberghi varesini, di proprietà della famiglia Castiglioni, di realizzare un progetto di recupero per il ristorante del Campo dei Fiori. L'affascinante edificio costruito da Giuseppe Sommaruga, da allora uno dei manifesti del patrimonio Liberty varesino ed inaugurato nel 1911, versa in uno stato di totale abbandono. Ridotto a condizione di rudere e dimenticato da decenni sembra che finalmente stia ricevendo la rinnovata attenzione che merita. A metà settembre l'Una Studio di Milano, di cui Angela Baila è titolare, ha iniziato i lavori, recandosi sul posto per i primi sopralluoghi. A segnalare quest'importante novità è il quotidiano 'La Provincia' grazie ad un articolo di Mario Chiodetti.
La cittadella – Il ristorante completa la cosiddetta 'cittadella' concepita dall'architetto milanese all'inizio del '900: la terza parte di un complesso che prevedeva il Grand Hotel e la stazione della funicolare. In comune, la stessa sorte di lungo e sin qui inarrestabile abbandono, nell'indeterminatezza di una sua nuova destinazione. Proporzionale solo alla crescita indiscriminata delle antenne che ne hanno fatto anche di recente oggetto di una camapgna promossa dal Fai. Una nuova speranza si apre oggi per uno degli edifici più singolari concepiti dall'architetto, con la sua forma circolare, l'ampia scalinata e la terrazza con vetrate, colonne e l'interno ricco di decorazioni art nouveau. "L'intervento prevede un risanamento dell'intero edificio" spiega Angela Baila "per ora dobbiamo occuparci della messa in sicurezza dello stabile, svolgendo delle analisi dettagliate che serviranno a creare il progetto di conservazione". Un lavoro del quale non si conosce l'esatta tempistica: sei mesi, ma anche un anno potranno durare le indagini che porteranno anche ad un 'inventario' di
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tutti gli oggetti contenuti. "Tutto quello che è presente, anche gli elementi decorativi saranno restituiti in scala uno a uno" specifica Baila. L'edificio conserva al suo interno parte dell'originale pavimento in legno, diverse decorazioni a stucco e ferro battuto; e sulle pareti esterne è conservata una decorazione floreale in cemento.
Preziosità da salvaguardare – L'anno scorso è stato fatto un piccolo intervento sulla copertura dell'edificio, un risananmento del tetto che rischiava di crollare. "Attualmente stiamo svolgendo una verifica storico stratigrafica" specifica l'architetto "con il laser scan ho ottenuto la pianta di ogni stanza dell'edifico in tre dimensioni ed ora si passerà alla stesura di schede dettagliate". Un lavoro meticoloso che riguarderà anche l'ambiente circostante; le indagini geologiche saggeranno la natura del terreno e la sua capacità di portata. Un primo tassello per un puzzle molto più ampio da ricomporre, che potrebbe in futuro includere piani di recupero anche per gli altri due edifici del Sommaruga. "Quest'incarico è molto importante, non solo per me, ma per tutti, visto che mira a conservare una bellezza che è unica" conclude Baila. Ancora incerta è la futura destinazione d'uso dell'ex ristorante ma "la speranza è che l'intero complesso del Sommaruga venga recuperato" .