I "Rapporti tra il Barocco in Lombardia e a Roma" è il titolo della conferenza che si è tenuta al Castello di Masnago martedì 21 settembre. Relatrice, Aurora Scotti, ordinario di storia dell'architettura presso il Politecnico di Milano, che ha illustrato alcuni dei principali cantieri architettonici sorti tra la fine del '500 e la prima metà del '600. Dall'affascinante scurolo del Duomo di Milano, progettato da Pellegrino Tibaldi, fino alle arditezze di Guarini Guarini, passando per "i campioni" Maderno, Bernini e Borromini.
Al centro della conferenza, le influenze e i confronti tra elementi architettonici, sezioni, piante ed alzati dei più noti capolavori costruiti a Roma e in Lombardia come il celebre baldacchino del Bernini in San Pietro, monumentale e insieme leggero come un apparato effimero; la piccola chiesa di San Giuseppe, disegnata e realizzata a Milano da Francesco Maria Ricchino fra 1607 e 1630; la facciata di San Pietro, articolata e movimentata dal Maderno mediante l'uso di colonne d'ordine gigante che inquadrano gli ingressi; i severi e classici progetti di Fabio Mangone. Ma non di sole architetture sacre si è parlato, giacchè qualche affondo è stato dedicato anche al mondo curioso, fantasioso e bizzarro che accomunò l'Arcimboldo, legato alla corte di Praga di Ferdinando I, e Camillo Procaccini, impegnato nella "fucina artistica" della villa di Lainate.
Ma questa non è che la prima tappa di un percorso che ci porterà fino alle porte della primavera. Il programma culturale messo in calendario da Comune di Varese, Fai e Italia Nostra (Sezione locale) è incentrato sul Barocco, prevedendo conferenze, visite guidate e il culmine tanto atteso della mostra di grande respiro, curata da Francesco Frangi e Alessandro Morandotti, che si svolgerà, nella primavera del 2011, tra Castello di Masnago, Sala Veratti e le Scuderie di Villa Panza. La rassegna espositiva si ricucirà idealmente alla mostra "Il ritratto in Lombardia da Moroni a Ceruti (1550-1750)" ospitata a Varese nel 2002 e curata proprio dagli stessi studiosi. Alla visione del grande pubblico sarà offerta una ricca silloge della triade di comprimari Cerano, Procaccini e Morazzone che "ressero le sorti" dell'arte del nord-Italia nell'età dei Borromeo.