Complesso architettonico versus piazza interna – A margine dell'intervista di Info@cultura, Marcello Morandini racconta la storia della "piazza scultura" di via Casula. Abbiamo ripercorso con lui la storia urbanistica del palazzo, l'intervento di progettazione e il piano architettonico che hanno costretto la piazza a rimanere invisibile allo sguardo dei passanti, e le ragioni del penoso stato attuale, quello sì non nascosto ma visibile a tutti. "L'intervento – ha spiegato Morandini – risale alla fine degli anni Settanta e porta la firma degli Architetti Arturo Redaelli e Giovanni Giavotto (gli stessi, aggiungiamo noi per inciso, che hanno collaborato anche alla costruzione di piazza XX settembre). Sono stato interpellato per progettare una piazza, uno spazio interno al grande immobile che ospitava uffici, bar e negozi".
L'anfiteatro sepolto – La forma adottata da Morandini
per la sua piazza richiama da vicino quella dell'anfiteatro. "La novità del progetto venne seguito sin da subito dalla città: all'inizio era frequantata da un buon numero di persone, era un piazza che viveva". Eppure qualcosa nel progetto parve non funzionare già alle origini. "La piazza risulta nascosta e inaccessibile dallo stesso immobile che la ospita. Il complesso di via Casula è una sorta di triangolo chiuso, circondato da strade a grande scorrimento. Indubbiamente lo sviluppo della piazza e la sua stessa fruizione sarebbero stati differenti se il corpo architettonico fosse stato aperto sulla strada. Invece la fronte dell'immobile è impenetrabile, poco accogliente e difende come una barriera la piazza al suo interno. Col tempo e coll'abbandono, la piazza è andata sempre più deteriorandosi. Purtroppo non conosco gli intendimenti dei proprietari attuali, tantomeno se il nuovo progetto di riqualificazione della zona delle Stazioni potrà in qualche modo interessare anche l'architettura di via Casula".
Punti deboli, discussioni robuste – Ma la piazza nascosta di via Casula non è il solo punto fragile di una città che ha visto, anche in tempi recenti, grandi e nuovi progetti urbanistici. Piazza Repubblica è stata criticata più volte e su più fronti; ultimi in ordine di tempo gli interventi di Riccardo Blumer e Marco Magnifico. Ma su questo Morandini ribatte: "Un conto è il progetto delle "Corti", un altro quello della grande piazza antistante. Credo che nel suo complesso sia un ipotesi riuscita. L'architetto si è trovato a fare forzatamente i conti con le aperture di sfogo che dal sottostante parcheggio danno direttamente sulla piazza. Mi sembra che quello dell'architetto Mocchetti sia un "vestito corretto" per una piazza di quelle dimensioni; il massimo che si poteva fare. Altro discorso è la vita di quel quartiere, l'annoso problema della Caserma Garibaldi, la viabilità generale dell'intorno. Ma questa è un'altra storia".