Stile piano e accattivante – Brevi affondi storici alternati a piacevoli racconti di leggende e tradizioni (gustosissime le pagine dedicate ad Antonio Stoppani, appassionato alpinista e docente all'Università di Pavia). Il libro di Claudio Benzoni, intitolato "Prima di Varese. L'origine enigmatica del territorio varesino" racconta, senza pretese di esaustività, ma con un interessante avvicendarsi di notizie ed approfondimenti, le origini del territorio varesino, sfatando numerosi cliché e luoghi comuni. E non mancano rimandi all'attualità, decostruzioni di pseudo-certezze politiche o di miti privi di fondamenti filologici, perché come scrive Benzoni: "La storia è una collezione di esperienze. Si tratta soprattutto di interpretarla". A Caronno Varesino (venerdì 11 dicembre, ore 21.00, presso la Biblioteca civica) e a Luvinate (sabato 12 dicembre, ore 17.30, presso la sala Don Sironi, Biblioteca civica) le ultime presentazioni per il 2009 del suo libro.
La palestra degli archeologi – Definito come una
Como, Musei Civici
"costellazione di pozze lacustri residuate", il territorio prealpino ha esercitato una particolare influenza nell'attrarre l'attenzione di popolazioni che lo hanno progressivamente eletto a stabile dimora. Ma come insegnano gli archeologi, il corso degli eventi di questo periodo non trova traccia nelle fonti scritte, quanto nei materiali e negli oggetti che affiorano dalla terra. Dagli scavi del 1863, firmati dagli archeologi e paleontologi Antonio Stoppani, Edoardo Désor, Gabriel De Mortiller, fino ad arrivare alle ricerche di Bernardino Biondelli e Bartolomeo Gastaldi, l'autore del libro traccia un sentiero riguardante le più note ed importanti campagne di scavo che hanno interessato le nostre zone. Anche il toponimo di Varese viene scandagliato. Il risultato? Nebbia fitta, giacché troppo vaghe sono le ipotesi in merito e – soprattutto – prive di riscontro.
Influenze culturali – Un capitolo a parte è dedicato alla "Cultura di Golasecca", termine che fa riferimento all'abitato posto al centro di un'ampia estensione comprendente la Lombardia occidentale, il Piemonte orientale, il Canton Ticino e la Val Mesolcina: dalle Alpi al Po da nord a sud, e tra il Sesia e l'Adda da ovest a est. Il centro preistorico di Golasecca si spiega con l'esistenza di antichissimi transiti attraverso il Ticino e il Verbano per trasportare il materiale ferroso proveniente dalla valle Intrasca. I primi ritrovamenti archeologici risalgono al XII secolo a.C. E qui arrivano le prime considerazioni di Benzoni che specifica: "Ciò che caratterizzò in modo considerevole la civiltà di Golasecca fu l'opera di intermediazione. Dal mondo etrusco provenivano oggetti lavorati e di pregio (…) E gli Etruschi a loro volta potevano procurarsi, attraverso i golasecchiani, una materia prima come lo stagno (…)". Dunque un orizzonte di contaminazioni e di assimilazioni, di contributi ed influenze, è quello tratteggiato da Claudio Benzoni per questi secoli lontani. Un orizzonte disseminato di interessanti scoperte archeologiche passate in rassegna nelle circa 120 pagine del suo libro.
Il gancio che tira al presente – Offriamo qualche succoso brano tratto dal libro. "…l'area insubrica viene fatta coincidere con la zona tra i due laghi, Verbano e Lario, a cavallo fra la Svizzera e l'Italia… Si tratta di una regione geograficamente piuttosto ampia e ben definita, ma non rispondente a quanto hanno riportato i testi classici. È, in altri termini, una reinvenzione geopolitica che dal presente si proietta sul passato, senza però un documentabile riscontro storico. (…) Per comparazione, nel dialetto di molte città lombarde sono frequenti echi del francese: ma tanto poco un lombardo contemporaneo si ritiene francese, quanto un cittadino dell'Insubria di oggi è identificabile con l'origine celtica, ancor più remota". E a quanti domandassero quale sia il "futuro prossimo" per il termine Insubria, Benzoni risponde: "un'eventuale "identità insubrica" può sussistere indipendentemente da un qualche fondamento storico, purché si formino attorno ad essa un uso e un consenso significativo".