Busto A. – “Sono le opere la mia biografia policroma più esauriente. C’è tutto: l’infanzia in tempo di guerra, gli studi, il lavoro, la passione per l’arte. L’amore per la famiglia, che mi ha dato la gioia di vivere e la forza di non stancarmi nel cercare nuovi orizzonti di luce e di colore”.
Così racconta di sè Ferdinando Pagani l’artista bustocco che in questi giorni espone le proprie opere nella personale dal titolo “Oltre“, allestita sino al 10 aprile allo Spazio Arte Carlo Farioli.
Una lunga carriera artistica declinata in una ricerca ricca di sperimentazioni ma sempre fedele alla riflessione sull’essenziale. Linguaggi e tecniche si susseguono nel corso degli anni quali scenari ideali dedicati e ispirati a cicli dalle differenti tematiche. Dalla natura, all’arte sacra, dal figurativo all’astratto, al concettuale, dal piccolo al grande formato.
Pagani allo Spazio Arte Farioli ha portato una selezione di opere realizzate tramite l’uso della carta e create poco prima della pandemia. Un’altra tecnica che l’artista sperimenta.
“Ho pensato di esprimere i miei pensieri così, attraverso un mezzo comunicativo antico come la carta che lavoro come base e sulla quale poi dipingo intervenendo con il bitume, materiale che mi lega alla terra, alle radici”.
Carte particolari, alcune usate per la calcografia, altre raccolte durante i viaggi, che l’artista piega, strapazza, accartoccia dando così origine a nuove forme. Ed è proprio dalle pieghe che, le sfumature della luce contrasta nei diversi momenti del giorno, si creano suggestivi scenari con improvvisi giochi e danze di ombre. Spesso, da queste increspature, emerge un puntino rosso, piccolo ma significativo per l’artista che spiega: ” è il colore simbolico dell’umanità. L’uomo ha da sempre porta con sè travagli, difficoltà da superare, personali o imposte come la pandemia e la più recente guerra in Ucraina”.
Quindi il puntino intende rappresentare la sofferenza dell’uomo mentre là, dove in altri quadri si intravvedono emergere dei segni azzurri, l’artista esprime una riflessione più intima e spirituale, come un segno, un senso di speranza…
“Per leggere queste carte gli occhi non bastano – scrive la curatrice della mostra, Lara Scandroglio – è necessario il cuore per andare oltre la carta, oltre ciò che si vede, per catturarne l’essenziale: l’essenza che è presente in queste opere con una piccola nota di colore, talvolta impercettibile. Il moto di inquietudine che guida la mano dell’artista e le scelte cromatiche che ne conseguono, portano alla realizzazione di opere mai uguali a sé stesse soprattutto nell’intenzione compositiva. Docili, queste carte, si lasciano plasmare dalle mani dell’artista affinché sia lui l’artefice della loro storia“.
Ecco dunque che la carta piegata, lavorata, stropicciata diventa per l’artista necessità pittorica di vedere “oltre”, di immaginare stati d’animo “altri”, con nuove sensazioni.
È una visione di macchie, aloni e ramificazioni che attraggono, sollecitando emozioni, ora più dolorose, ora più quiete e serene.
La mostra è visitabile sino al 10 aprile nei seguenti orari: da giovedì a sabato dalle 16.30 alle 19. Domenica 10.30-12/16.30-19.