Il laico che torna in chiesa – Deve essere quel sentore di ricerca inappagata, quel protendersi laicamente, umanamente assetato di altro, che fa sollecitare nei confronti dell''opera pittorica di Giorgio Vicentini le attenzioni dei custodi di istituzioni dichiaratamente legate all'immagine e al messaggio cattolico. In estate l'artista era stato chiamato ad esporre, in quelle vetrine dedicate all'arte contemporanea, al Museo Diocesiano di Milano, complice l'innamoramente per le sue icone cromatiche del direttore Paolo Biscottini. Tra qualche giorno, nella cattolicissima Polonia, Vicentini apre una personale nella Casa della Cultura nell'ambito dell'XI Festival Internazionale di Cultura Cristiana, alle porte di Łódź.
Colore crudo n.3 – Alla presenza del vescovo della città polacca, l'artista varesino proporrà gli ultimi esiti del suo lavoro, il ciclo Colore Crudo che dopo la presentazione ufficiale a Varese, alla Galleria Duet Art, ha visto la consacrazione proprio a Milano. Una personale questa in Polonia che rientra in contesto più ampio di manifestazioni che vede coinvolti artisti provenienti da diversi paesi continentali: Inghilterra, Armenia, Belgio, Repubblica Ceca, Spagna,Olanda, Francia, Ucraina, Italia e Polonia.
L'equilibrio del colore – Da tempo Vicentini insiste su questa idea minimale di pittura, abbandonando le sue precedenti pitture-sculture-installazioni su pesanti supporti, sagomati a creare ambienti, quasi un presentimento dell'insufficienza dell'agire pittorico. Il suo colore crudo è un ritorno, invece, negli abissi del gesto e del colore senza artifici, se non il piacere di disporre la pasta cromatica su fogli di polifoil, due valve che ne abbracciano la purezza e la contaminano, la confondono senza uniformità, la mantengono al chiuso per permettere continui interventi della mano. Fino all'icona finale, aniconica, la veronica di una immagine che racchiuda tutta l'urgenza di quel dipingere e di quel momento. L'emergere di un fuoco visivo, di un equilibrio autosufficiente.
Logos – Il procedimento che ha generato, tra gli ultimi lavori, anche Logos, l'opera immagine della mostra e commissionata direttamente dalla Polonia per celebrare l'omonimo teatro che insieme alla Chiesa Rettorale degli Artisti costituisce il Centro di Cultura Cristiana di Lodz. L'esposizione, dieci opere di grande formato, godrà di un catalogo bilingue, inglese e polacco, a cura di Ryszard Knapiński, professore di Storia dell'Arte Università Cattolica di Lublino.