a Villa Panza
I nomi prima di tutto – Sarà curata da Susan Davidson del Museo Solomon R. Guggenheim e David White del Robert Rauschenberg Estate, l'esposizione di Villa Panza che rende omaggio a una delle più grandi forze creative dell'arte americana dagli anni '50. Inaugurerà il 14 di ottobre la mostra intitolata "Robert Rauschenberg. Gluts", una rassegna che promette di esplorare in lungo e in largo e con oltre 40 opere provenienti da istituzioni e collezioni private internazionali uno dei talenti più noti dell'arte contemporanea.
La mostra che gira – Al ritorno da un tour internazionale che ha coinvolto importanti sedi quali il Guggenheim di Venezia, il museo Tinguely di Basilea e il Guggenheim di Bilbao, l'esposizione di Varese sarà arricchita da un nuovo nucleo di opere. La mostra, infatti, nasce dalla collaborazione tra FAI – Fondo Ambiente Italiano, Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e il Robert Rauschenberg Estate di New York.
Robert Rauschenberg, erede della tradizione dadaista e pioniere della Pop Art americana con un linguaggio meno sgargiante e mediatico di Andy Warhol, ma più sfumato e complesso, tormentato e intimista, compone la sua arte con assemblaggi di oggetti di recupero. A Villa Panza sarà soprattutto il metallo a dominare: per circa un decennio, Rauschenberg si reca nella Gulf Iron e Metal Junkyard, discarica fuori Fort Myers, Florida, vicino alla sua casa-studio, raccogliendo ferraglie come segnali stradali, tubi di scappamento, radiatori, saracinesche e molto altro ancora, che pian piano trasforma in questi assemblaggi poetici, in cui il risultato finale ha un effetto ben diverso dalla somma delle
singole parti. L'autore sceglie questi oggetti non solo per il loro valore quotidiano ma anche per le loro proprietà formali. Individualmente o nel loro insieme, materiali come questi sono alla base del suo vocabolario artistico, la sua empatia per gli oggetti di scarto è quasi viscerale. "Gli oggetti abbandonati mi fanno simpatia e così cerco di salvarne il più possibile".
Protagonista indiscusso di fulminanti successi collezionati in un decennio da cardiopalma sullo sfondo di New York, nel 1955 lanciò nell'empireo dell'arte contemporanea il suo controverso "Bed" (il Letto) manifesto sperimentale dei suoi "Combine-paintings" dove prelevava un autentico letto, applicato su un telaio in senso verticale con tanto di coperta, lenzuolo e cuscino intrisi di magma pittorico. L'oggetto trasformato in quadro da appendere alla parete. E non poteva che concludersi a Villa Panza, l'iter dell'esposizione che accende il focus su questo grande protagonista del XX secolo.
Il Conte Panza, infatti, è stato infatti il primo in Italia a collezionare le opere di Robert Rauschenberg, iniziando ad acquistare i lavori dell'artista nell'estate del 1959 da Lawrence Rubin, Leo Castelli, Ileana Sonnabennd e Marta Jackson. E quando Rauschenberg partecipò alla Biennale di Venezia nel 1964, vinse inaspettatamente il Gran Premio per la Pittura proprio con un opera della collezione Panza: la celebre scultura Gift For Apollo. Così veniva siglata la prima volta di un artista americano premiato in laguna.
La riflessione sul cambiamento sociale – Susan Davidson, a proposito dei Gluts, spiega che negli anni '80 Rauschenberg comincia a concentrare il proprio interesse artistico sull'esplorazione delle proprietà visive del metallo. Assemblando vari oggetti metallici, o serigrafando immagini fotografiche su alluminio, bronzo, ottone, rame, l'artista americano cerca di catturare le
proprietà riflettenti, materiche e scultoree del materiale. Il primo corpus di opere realizzato con questo nuovo tipo di tecnica sono Gluts. L'ispirazione nasce da una visita a Houston in occasione della sua mostra Robert Rauschenberg, Work from Four Series: A Sesquicentennial Exhibition, realizzata presso il Contemporary Arts Museum. Proprio a metà degli anni ‘80 l'economia del Texas si ritrova nel bel mezzo di una recessione dovuta ad una saturazione del mercato petrolifero.
Rauschenberg prende nota della devastazione economica della regione raccogliendo insegne di distributori di benzina, pezzi di automobili abbandonate e altri rifiuti industriali dannosi per l'ambiente. Al suo ritorno in Florida, trasforma i detriti raccolti in altorilievi e sculture che ricordano i suoi primi Combines. A chi gli chiese allora di commentare il significato dei Gluts, Rauschenberg rispose: "E' il momento dell'eccesso, l'avidità è rampante. Tento solo di mostrarlo, cercando di svegliare la gente. Voglio semplicemente rappresentare le persone con le loro rovine […] Penso ai Gluts come a souvenir privi di nostalgia. Ciò che devono realmente fare è offrire alle persone l'esperienza di guardare le cose in relazione alle loro molteplici possibilità".