Villa Recalcati
Flaminio Gualdoni, qualche tempo fa, l'aveva indicata come "sede ideale per mostre". È il ninfeo sotterraneo, una sorta di grotta romantica artificiale – forse sulla falsa riga di quella ben più famosa e grande di Lainate – che se ne sta seminascosta e ridotta a deposito sotto i giardini di Villa Recalcati.
Un tunnel di cui si intravede pure qualche traccia di dipinto e la decorazione a finta incrostazione di calcare e di conchiglie nelle volte a botte e a crociera. Un luogo dove un tempo pare si potesse gustare l'ombra e il conforto di acqua fresca e che oggi sarebbe un'ottima galleria espositiva. Perchè non restaurarla e riaprirla al pubblico?
E chissà che riaprendola, se ne comprendano meglio anche la storia e le vicende costruttive. Ad oggi, infatti, poco o nulla si sa in proposito sullo stato del giardino prima della trasformazione operata dall'architetto Combi nel 1872. La costruzione ipogea non figura nemmeno nei documenti compresi in un arco di tempo tra la fondazione della proprietà nel 1631 e la nuova destinazione ad Albergo nel 1874. L'origine di questa costruzione resta dunque poco chiara ed altrettanto misteriosa è l'originaria destinazione. Non vi è infatti traccia delle più consuete utilizzazioni di spazi analoghi, normalmente adibiti a cantine, stalle, o scuderie, tutte utilizzazioni che lasciano visibili tracce materiali.
L'ipotesi che in qualche epoca non meglio precisata sia stata costruita questa romantica grotta artificiale resta uno fra i pochi indizi che si conoscono.