Milano – Alla Casa degli Artisti si è aperta la mostra Visibile/Invisibile. Tecniche della Meraviglia, curata da Francesca Alfano Miglietti. Si tratta del risultato di una residenza, che ha lo stesso titolo e le stesse tematiche, iniziata lo scorso settembre, con la presenza di tre artisti scelti come figure tutor: Giuliana Cuneaz, Cesare Fullone e Antonio Marras, e da sei giovani artisti, Florentin Aisslinger, Lan Gao, Olmo Gasperini, Marco Paganini, Dario Pruonto (Caos) e Alessia Rosato, selezionati da una commissione proposta dalla Casa attraverso una Open Call a cui hanno partecipato oltre duecento artisti. (Nella foto, Antonio Marras, “Uno più, uno meno”, 2004, installazione di pupazzi di pezza imbottiti. (© Daniela Zedda)
Da tempo Francesca Alfano Miglietti si occupa del tema dell’invisibilità, di un concetto di arte che va oltre il limite del visibile: e come lei stessa scrive “opere che ci sono, esistono, ma si sottraggono allo sguardo, si negano alla vista: lì l’occhio mediatico contemporaneo non può arrivare”; opere che, proprio per questo loro sottrarsi allo sguardo impongono un’attenzione maggiore, un allenamento della mente e dello sguardo.
“Al centro della mostra- prosegue la curatrice – l’idea di meraviglia, cioè quell’andamento transitorio e ingenuo, ma insieme unico e irripetibile che caratterizza ogni evento. E lo sguardo sceglie la meraviglia in cui si perde la vista dell’abituale, della merce, dello spettacolo. Guardando il cielo in una notte serena, appaiono le chiazze scure nella Via Lattea: colossali nubi di polvere che oscurano le stelle. Quando una nube collassa per formare una stella, i grani di polvere più vicini alla zona di formazione stellare evaporano. Ma la maggior parte della polvere viene soffiata via e va a costituire nubi più rarefatte. (…) Si pensa all’opera come a un mondo di segreti, tesori, fogli, luce, ed ogni azzardo, ogni invenzione, ogni nuovo mondo col tempo non potrà che diventare un deposito di polvere in attesa di un nuovo respiro”. (Nella foto, Cesare Fullone, “Pugili”,)
In Visibile/Invisibile. Tecniche della Meraviglia ci troviamo davanti ad opere che sono riuscite a sfuggire al loro mortale destino di essere trasformate in semplici immagini, e che dunque hanno bisogno di ‘complici’, non di spettatori; che sviluppano tematiche già variamente declinate da Levinas, Perec, Debord, Bachelard o il Barthes di La chambre claire in una traiettoria paradossale, verso la scomparsa dell’arte come fatto fisico, come merce. Perché questa scomparsa, questa riduzione possa avvenire è necessario farsi piccoli, solo così cose più essenziali possono rivelarsi. Un’arte che sembra sottrarsi, veri e propri Itinerari silenziosi.
“Così inizia questa mostra: non con uno schianto ma con un sospiro” (FAM).
La mostra si snoda attraverso tre spazi, conducendo il pubblico tra il piano terra, il secondo piano e la terrazza della casa. L’esposizione al piano terra comprende tutti gli artisti che hanno partecipato alla residenza le cui opere si ispirano e riflettono su temi ampi come l’ambiente e l’umanità, la potenza dell’arte e della parola, il sogno e l’attesa, ma si concentrano anche sulla rivisitazione di precise immagini iconografiche, la ricontestualizzazione di elementi urbani e sui giochi di riflessi tra varie superfici. (Nella foto, Giuliana Cunaz “Matter waves chrome”, 2014-2016, videoinstallazione).
La mostra presenta una collezione di opere che suggeriscono e respirano, che appaiono e scompaiono, opere capaci di meravigliare gli artisti. Per primi.
Visibile/Invisibile. Tecniche della Meraviglia rimarrà in calendario sino al 21 gennaio; orari: da martedì a domenica 17-21; chiusura nel periodo natalizio: dal 24 dicembre al 2 gennaio compresi.