ll Museo Pagani non è nuovo a riproporre i vecchi amori del suo fondatore Enzo. Da pochi giorni nei suoi spazi è possibile ammirare l'opera inconfondibile di un maestro originale, autodidatta di un'arte che si incarna nell'alveo dell'Art Brut, Jean Joseph SanFourche di cui Pagani senior fu ammiratore e mercante nei decenni scorsi e che per molte volte lo ripropose negli spazi del museo all'aperto.
L'artista francese nasce a Bordeaux nel 1929 ma si trasferisce subito dopo con la famiglia a Rochefort sur Mer; qui viene iniziato al disegno dal padre, ottimo pittore. La guerra porta scompiglio nella quiete famigliare. Il padre è catturato dalla Gestapo e fucilato, lui e la madre vengono liberati per miracolo e spediti a Limoges. Rimasto orfano anche della madre intraprende una carriera professionale che lo porta ad occuparsi di diversi ambiti amministrativi nella capitale francese, fino al ritorno a Limoges a metà degli Settanta.
Nel contempo Sanfourche già sviluppa le sue principali direttrici espressive. Possiede una innata attrazione per ogni codice, il disegno, la scultura, la pittura, ma declinati attraverso un livello rappresentativo di primitiva immediatezza: la sua frase ampiamente riportata recita non a caso "non sono un artista ma un uomo che realizza cose tra l'arte e la magia delle caverne".
Dotato di profonda spiritualità, attratto dalla religiosità antica dei Catari e degli Evangelisti, le sue opere possono quasi leggersi come deliziosi, preziosi reliquiari moderni, intrisi di ingenua empatia più sacra che profana, verso la pietra, verso un rituale ormai sfuggitoci di mano.
La realtà visionaria di Sanfourche
Museo Pagani
22 ottobre – 19 novembre
Museo Pagani – Via Gerenzano 70 Castellanza
A cura di Fabrizio Rovesti
orari: sabato e domenica 10-12.30/14.30-18.30
info: 0331-503113
sito: www.museopagani.it