E’ nel sovrano scenario del silenzio che si compie il percorso poetico compreso ne “La visione assorta” (Interlinea Edizioni, pp. 122, Euro 14) con nota di Tomaso Kemeny.
Con inconfondibile accento, Silvia Venuti interiorizza l’accorata visione del suo mondo attorno, che sta sotto gli occhi di tutti ma che i più non scorgono, percependone il palpito quale linfa ispiratrice per le sue sensibili e intime corde.
Ogni alba è stupefazione, ogni tramonto percorrenza densa di stupore.
Nel tempo di un giorno Silvia Venuti ripercorre la propria esistenza che va dalla purezza dello sguardo infantile sino alla consapevole maturità del dubbio, “Vorrei vedere di me, guardandomi con gli occhi di quando ero bambina per sapere, per capire…del mio sogno di vita”.
L’assunzione di coscienza vitale si compie nell’unicità dell’esistere “Ho vissuto la mia vita come fosse una tra le tante possibili: ma invece era l’unica…”.
Arrivando alla sublimazione del riscatto necessario nei confronti delle subdole trame di cui è intriso il torpore quotidiano.
Ed è nel disordinato vigore del proprio giardino che Silvia Venuti trae energia e linfa creativa, desiderio sentimentale, poi all’improvviso il cuore frena i palpiti quando “Pigra l’onda rallenta e ai sensi è perfezione”.
Arrivando alla consapevolezza “…Fino a sapere d’essere soglia d’infinto”.
Forze disgiunte e ricongiunte conducono alla sussurrata libertà dei sentimenti e delle emozioni “…senza le mutilazioni del ragionamento”.
“Visioni assorte” non come limite statico dello sguardo bensì alto momento di intima meditazione e arricchimento interiore sino a compiersi “Nell’eccezionalità d’ogni momento la scoperta del valore assoluto della vita”.
PROMEMORIA: i libri si acquistano in libreria.
Silvia Venuti – “La visione Assorta” (Interlinea Edizioni, pp.122, Euro 14)
Mauro Bianchini