Varese – «Visioni. Le scienze della Terra nella letteratura popolare dell’Ottocento» è il titolo della mostra che dall’ 11 novembre (con inaugurazione alle 16) si apre nella Sala Risorgimento del Museo Archeologico di Villa Mirabello.
Il percorso espositivo esplora la cultura visiva legata alle scienze della Terra nella seconda metà dell’Ottocento, attraverso numerose immagini tratte da libri e periodici dedicati alla cosiddetta “scienza popolare”. Il XIX secolo conosce notevoli progressi in ambito scientifico, tecnico e industriale: ne consegue una divulgazione scientifica senza precedenti che si traduce con una vera e propria “esplosione” di libri e periodici destinati a un vasto pubblico, sempre riccamente illustrati. A queste pubblicazioni si accompagnano le spettacolari messe in scena delle Esposizioni Universali, anch’esse diffuse da illustrazioni di giornali, fotografie e locandine.
In questo contesto di fermento scientifico e culturale, le scienze della Terra si prestano, più di altre discipline, ad essere illustrate e “rappresentate”. Tra i soggetti più frequenti e più popolari si incontrano per esempio visioni fantastiche del cosiddetto tempo profondo o deep time, un mondo “preistorico” rivelato dai progressi della paleontologia; immagini di luoghi lontani scoperti durante le grandi esplorazioni geografiche che conoscono altresì la loro epoca d’oro; alte montagne e suggestive eruzioni vulcaniche, il mondo sotterraneo delle miniere e dei minatori. Queste immagini sono dei veri e propri palinsesti visivi: da un lato, integrano modelli iconografici a carattere scientifico sviluppati nell’ambito della produzione manualistica della prima metà del secolo (carte geologiche, disegni tecnici, riproduzioni grafiche di fossili); dall’altro, persistono i modelli pittorici preesistenti e contemporanei.
La mostra riproduce immagini tratte da libri e riviste prevalentemente italiane e francesi: in particolare i periodici «La scienza per tutti» (1879) e «La science populaire» (1880), o libri come il celebre «Viaggio al centro della Terra» (1864) di Jules Verne e «Il Bel Paese» (1876) del geologo italiano Antonio Stoppani. Vengono quindi presentati i modi di circolazione di queste nuove rappresentazioni visive nell’ambito del rapporto tra la storia delle arti e la storia delle scienze. La mostra invita a un viaggio attraverso queste immagini, la loro evoluzione e le narrazioni visive e plastiche che le scienze della Terra ispirano ancora oggi, invitandoci a riflettere sulle questioni ambientali dei nostri giorni.
L’esposizione, a cura di Maddalena Napolitani e di Ezio Vaccari, organizzata dal Centro di ricerca «Storia della montagna, della cultura materiale e delle scienze della Terra» dell’Università dell’Insubria, Dipartimento di Scienze teoriche e applicate, in collaborazione con i Musei Civici del Comune di Varese, è stata realizzata nell’ambito del progetto Prin 2017 Material and visual culture of sciences, a longue durée perspective – Unità di Ricerca dell’Università dell’Insubria e si potrà visitare sino al 10 dicembre da martedì a domenica ore 9.30-12.30 e 14-18 con ingresso libero (info 0332.255485).