Chiasso – Duecento pezzi fra oggetti, modelli, prototipi, disegni tecnici, bozzetti preparatori, studi di logo, francobolli, monete e macchinari raccontano il designer Vito Noto. La mostra, intitolata “Quarant’anni di grafica e design. Il senso delle idee” è ospitata al m.a.x. museo e rappresenta la prima antologica dedicata all’artista svizzero, ma siciliano di nascita (Ragusa, 1955).
Il percorso della rassegna, curata da Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini, si apre con due importanti progetti, paradigmi della sua idea di design: la macchina tessile Stäubli di Sargans, una incorsatrice automatica universale, simbolo del grande impegno verso il disegno industriale, e nove modelli di orologi da parete, testimonianza di un particolare approccio al design di oggetti e di prodotti di largo consumo per l’ambiente domestico.
La mostra prosegue con una serie di opere che documentano il suo periodo formativo al Politecnico di Milano degli anni settanta, che rivelano il suo metodo di lavoro, le tecniche di rappresentazione, il processo di elaborazione del percorso progettuale fino alla realizzazione del prodotto, quindi con la sezione che raggruppa oggetti e prodotti per l’ambiente domestico, come un prototipo di divano, il progetto di una lampada, di caffettiere, di diversi oggetti in vetro (brocche, bicchieri, caraffe), e un’ampia e approfondita ricerca per la loro realizzazione a partire dalla forma del cono come archetipo progettuale e un lavoro work-in-progress sulla forma del tempo con orologi a parete, da tavolo, da polso e un campione degli infiniti studi di quadranti.
Il percorso continua con alcuni esempi di prodotti per il mondo dell’ufficio: da registratori di presenze ad affrancatrici postali, portaoggetti a box e astucci per l’archiviazione, contenitori per raccolta differenziata, armadi di stoccaggio verticale e un’ampia campionatura di temperamatite, con forme tradizionali e innovative oltre a numerosi progetti per macchinari utensili per l’industria tessile, idraulica ed elettrica.
Una sezione della mostra è riservata alla grafica di francobolli celebrativi (come quelli per il Centenario del Salone internazionale dell’automobile di Ginevra (1905-2005), l’Esposizione filatelica universale Helvetia 2022, la serie ProPatria – Itinerari Storici), i lavori di corporate image, il disegno di marchi e logotipi, la manualistica per retail di prodotto.
L’esposizione si conclude con un’ampia selezione di lavori e progetti dedicati al mondo della ricerca sanitaria e medicale.
In occasione della personale, Noro ha donato al m.a.x. museo la sua biblioteca d’artista e il suo archivio costituito da più di un migliaio di dossier di progettazione e presentazione di elaborati grafici, al cui interno di trovano schizzi, bozzetti, documentazione varia, rilievi fotografici di campioni, modelli in poliuretano e prototipi vari, materiali che permettono di ricostruire il percorso creativo del designer ticinese.
Accompagna la rassegna, che proseguirà sino l’11 settembre, un catalogo (ed. Skira) contenente saggi di Alessandro Bruni, Medardo Chiapponi, Cinzia Ferrara, Nicoletta Ossanna Cavadini, Mario Piazza e Viviana Trapani. Orari al pubblico: martedì − domenica 10− 12 / 14 − 18.
Note biografiche
Vito Noto nasce nel 1955 a Ragusa. All’età di tre anni con i genitori emigra in Svizzera, nell’Emmental, vicino a Lucerna. Nel 1969, dopo un breve ritorno in Sicilia, la famiglia rientra in Svizzera, scegliendo come luogo di residenza il Canton Ticino.
Nel 1974, dopo aver incontrato Max Huber che a Milano insegnava visual design e che gli fornisce preziosi suggerimenti, intraprende gli studi in industrial design alla Scuola Politecnica, dove si laurea nel 1976. Fra i rinomati designer italiani suoi insegnanti figurano Alberto Rosselli, Isao Hosoe, Narciso Silvestrini, Bruno Munari, Max Huber, Achille Castiglioni, Bob Noorda, Gillo Dorfles. Trascorso un breve periodo ad Amburgo come collaboratore responsabile di grafica identitaria promozionale e di product design presso lo studio Value Design, si trasferisce a Parigi per iniziare l’attività nel 1979 per Endt-Fulton Partner, per cui sviluppa prodotti per aziende quali HPF, Thomson CSF, CGA, Schlumberger, Centre George Pompidou.
Nel 1982 si trasferisce con la moglie a Cadro (oggi frazione di Lugano) e qui fonda il proprio studio di progettazione industriale.
Per l’industria meccanica Albe disegna la macchina utensile “RM16”, ottenendo poi riconoscimenti all’IF Die Gute Industrie Form ad Hannover nel 1985.
Nel 1984 partecipa alla costituzione grafica della nuova immagine coordinata Bticino, e nello stesso anno WMF lo incarica, insieme ad altri designer, di sviluppare il concetto di tavola imbandita per l’avvento del nuovo millennio, il cui risultato porta alla progettazione del “Cono” centrotavola.
A partire da metà degli anni ‘80 comincia la collaborazione con Hamilton per cui disegna prodotti negli ambiti di laboratorio ed ospedaliero fino al 2008. Nel 1986 inizia a disegnare postazioni di lavoro per Lista: l’armadio di stoccaggio verticale “Listamat” viene premiato all’IF Industrie Forum Design Hannover nel 1990.
Alla fine degli anni ‘80 e agli inizi degli anni ‘90 lavora (a macchinari e corporate identity) per TEM Hamilton Medical, Socos, Primavera, Benninger, Ortho Diagnostic – Johnson&Johnson e Tecan Medical, Schindler, L.G.L., Ariete, Lista Kunststofftechnick, Hildebrand. Nel contempo inizia a interessarsi a nuovi linguaggi: si dedica alla produzione di orologi da parete, fondando il marchio ®Perditempo, per il quale sviluppa concetti di lettura alternativi caratterizzati da orologi con lancette che scorrono al contrario, quadranti che indicano le 24 ore oppure dotati di una lancetta unica. In questi anni vari progetti vengono selezionati per il Premio Compasso d’oro.
Nel 1995 viene insignito del Design Preis Schweiz con il progetto “F.A.M.E.”, microlaboratorio disegnato per Hamilton, premiato per le qualità estetiche e la funzionalità tecnica della macchina.
Il 2000 si caratterizza soprattutto per il lavoro svolto con il produttore svizzero Pierre Junod, realizzando una serie di orologi da polso con il design di lettura a 24 ore degli orologi da parete “Giorno/Notte” e a 12 ore. Nel 2005 inizia la sua produzione di design di francobolli per La Posta Svizzera e il Liechtenstein. L’anno successivo viene annoverato nella rosa dei 25 designer svizzeri pubblicati nel volume DESIGNsuisse, curato da SRG SSR idée suisse con la collaborazione di Hochparterre, selezione di soli tre studi ticinesi con Bruno Monguzzi e The Red Box di Alberto Bianda e Paolo Jannuzzi. Fra il 2007 e il 2009, in collaborazione con La Posta Svizzera, Pro Patria e la fondazione ViaStoria dell’Università di Berna, realizza per ogni anno le tre serie dedicate agli itinerari culturali svizzeri (tra cui il percorso storico europeo della via Valtellina). Nel 2011, i 6 valori postali per il Principato del Liechtenstein dal titolo “Energie alternative” ottengono la menzione tra i migliori 10 francobolli al mondo.
Al 2017 risale la serie di monete commemorative dei passi alpini svizzeri Klausen (2018), Furka (2019) e Sustenpass (2020) per la Zecca svizzera SwissMint, nonché il premio Golden A’Design Awards ricevuto per l’orologio da polso “Giorno/Notte” da ventiquattr’ore di Perditempo e il caminetto a bioetanolo “Piro”.