Bellinzona:

'Bottega di barbiere in una città del sud', 1936'Bottega di barbiere in una città del sud', 1936

La parola negli U.S.A. e oltre – Per la terza edizione Babelfestival porta al pubblico autori e traduttori che vivono e scrivono la "lingua imperiale", l'inglese americano, e che con essa si confrontano nelle province, estendendone i confini e ridefinendone l'identità attraverso immaginari distanti e sintassi diverse. Gli statunitensi sono quelli di Derek Walcott, Amitav Ghosh, Sandra Cisneros, Daniel Heller-Roazen, Jamaica Kincaid, Ha Jin e Stephanos Papadopoulos, e la lingua globale è affiancata da quella svizzera più locale, il romancio, con ospiti Iso Camartin, Clà Riatsch, Leo Tuor, Chasper Pult.

Al di là della parola – Il festival non intende, però, fermarsi alle proposte letterarie, perché è intenzione degli organizzatori portarci oltre i confini della parola con proposte artistiche diverse, come il sorprendente spettacolo dei Tiger Lillies che si esibiscono nelle trasposizioni musicali del Pierino Porcospino e degli inquietanti racconti di Lovecraft; il video di Kara Walker al Teatro Sociale ed una mostra di uno dei maestri della fotografia mondiale, Walker Evans.

'Cucina di casa colonica in Alabama', 1936'Cucina di casa colonica in Alabama', 1936

Vocazione da fotografo – Nato e cresciuto in un sobborgo di Chicago, Evans (1903-1975) si trasferì a Toledo nell'Ohio, quindi a Yale e infine in Francia, per alimentare la propria passione per la scrittura. Intimidito, però, da autori come Joyce, Hemingway e Fitzgerald, tornò a New York, dove imparò ad usare la macchina fotografica, sua vera vocazione. Per il fascino e l'intelligenza, ma soprattutto per il talento innato, il fotografo entrò presto nella cerchia di scrittori ed artisti newyorkesi del calibro di Lincoln Kirstein, Berenice Abbott e Jay Leida, e sulla scia dell'estroso fotografo francese Eugène Atget, adottò una tendenza antiestetica, contraria ai canoni che negli anni Venti-Trenta Alfred Stieglitz andava diffondendo.

Reportage per il New Deal – La mostra che il Museo Villa dei Cedri di Bellinzona dedica a Walker Evans illustra in più di 100 scatti la realtà americana, in particolare quella creatasi all'indomani della "Grande Depressione" causata dal crack finanziario del 1929. La selezione punta infatti l'attenzione sulle foto che Evans realizzò dal 1935 al 1937, quando Franklin D. Roosevelt, promotore del New Deal, lo incaricò di documentare la situazione economica e sociale delle aree rurali degli Stati Uniti, soffermandosi su paesaggi, architetture e uomini. Fu quella l'esperienza più fertile ed importante di Evans, che determinò lo stile e la qualità delle sue immagini, vera e propria traduzione della realtà attraverso l'uso di vari processi di stampa che si spingono al di là della camera oscura.

Theo Frey, 'Matrimonio', 1938Theo Frey, 'Matrimonio', 1938

Le traduzioni della realtà – Attraverso i ritratti, segnati dalla Depressione, attraverso le architetture, spoglie e deserte, ma anche mediante le immagini di vetrine, insegne e negozi, Evans ricostruisce in uno stile semplice ed essenziale il quadro di un'America dilaniata dalla sofferenza e dalla povertà. La particolarità del lavoro e la bravura di questo autore stanno nell'opera di interpretazione e traduzione della realtà statunitense degli anni Trenta, operata attraverso ritocchi intenzionali sulle immagini, che vanno al di là delle possibilità offerte dalla camera oscura. "Argento e carbone", titolo dell'esposizione, rimarca proprio il concetto della traduzione operata da Evans attraverso l'uso di vari media, come le emulsioni tradizionali ai sali d'argento, le stampe glicée e le rilievografie, ma anche ad opera degli stampatori che successivamente hanno realizzato rielaborazioni digitali al nerofumo degli originali. "E' chiaro che lo stampatore, proprio come il traduttore, conferisca un'impronta personale all'immagine. La questione è comprendere il grado di competenza e di impegno dello stampatore", sostiene John T. Hill, curatore della mostra.

Confronto linguistico – A latere, nel Museo Villa dei Cedri, sarà possibile ammirare anche le immagini di un fotografo svizzero, Theo Frey (1908-1997), che, negli stessi anni di Evans, si dedicò al reportage per conto di enti governativi e caritativi elvetici. La sua opera viene riproposta al pubblico dopo che la Fotostiftung Schweiz (Fondazione svizzera per la fotografia) di Winterthur gli ha dedicato un'antologica inaugurata la scorsa primavera in occasione del centenario dalla nascita. Come quello di Evans, anche lo stile di Frey è semplice e diretto, medium di una quotidianità e di un amore per le cose modeste e per le persone comuni, che caratterizzano profondamente l'autore svizzero, avvicinandolo al colosso americano. Il confronto tra due autori che utilizzano lo stesso linguaggio, in questo caso quello della fotografia e in particolare del reportage, esprime il senso di Babelfestival che è appunto luogo di incontro – confronto tra autori che pur utilizzando una stessa lingua si fanno traduttori diversi di realtà comuni, fra loro lontane chilometri.

Mostre fotografiche: Walker Evans, "Argento e carbone"
e Theo Frey, "Fotografie"

Museo Villa dei Cedri
Piazza San Biagio 9
Bellinzona -CH-
Inaugurazione: sabato 20 settembre ore 18
Durata: 21 settembre-23 novembre 2008
Orari: mar-ven 14-18
sab, dom, festivi 11-18
apertura serale fino alle 21 il primo giovedì di ogni mese
Info: tel. 0041 91 82 18 518
www.villacedri.ch
museo@villacedri.ch
biglietteria tel. 0041 91 82 18 520