Insieme a Sol LeWitt, Dennis Oppenheim e Joseph Kosuth, è uno degli esponenti principali dell'Arte concettuale e tra i primi a smaterializzare l'oggetto in puro linguaggio. Il lavoro di Lawrence Weiner si sofferma sulla forza della parola, intesa come un'entità autonoma, che suggerisce significato e memoria.
A Villa Panza, il nuovo anno si apre con l'avvio di un progetto pluriennale volto alla valorizzazione della figura di Giuseppe Panza di Biumo ed in particolare di alcuni artisti che appartengono alla seconda e terza fase della sua collezione a partire dalla fine degli anni 60', con il Minimalismo e l'arte Concettuale e, successivamente, dai primi anni '80 con l'arte monocromatica, l'arte organica e l'arte "delle piccole cose".
Fino al 22 febbraio, la dimora sul colle di Biumo ospiterà la rassegna "Esplorazioni /1. Lawrence Weiner, opere 1969-71 dalla Collezione Panza", primo appuntamento di questo speciale ciclo che prende avvio con un focus sulle opere dell'artista americano, classe 1942.
In collaborazione con l'Archivio Panza e su un progetto autografo di Giuseppe Panza, il FAI presenta nelle Scuderie e nella Limonaia della Villa, sette opere che raccontano la ricerca di uno dei protagonisti della stagione concettuale e lo speciale rapporto con il collezionista milanese. I lavori di Weiner esposti sono tutti appartenenti alla Collezione Panza eccetto "One Kilogram of Lacquer upon a floor" (1969) oggi conservato al SFMOMA di San Francisco.
Il pensiero e il concetto precedono la realtà e Weiner propone di meditare su ciò che la parola può esprimere e che, una volta slegata da qualsiasi discorso e iscritta su un muro o su una diversa superficie, acquisisce un nuovo senso e una totale libertà. La rassegna realizza un lucido e preciso progetto espositivo lasciato in eredità da
Giuseppe Panza al FAI ed eseguito sotto la super visione del maestro newyorkese.
L'artista si pone come uno scultore che lavora con il linguaggio e le parole e la sua creatività è finalizzata a plasmare materiali scultorei così da tradurre l'esperienza poetica nei testi che sono spesso volutamente ambigui e aperti all'interpretazione soggettiva.
Giuseppe Panza di Biumo incontra l'artista alla fine degli anni '60 e ricorda nel 1999: "L'opera di Lawrence Weiner fatta con le parole è qualcosa di nuovo nella Storia dell'Arte. In passato nel Rinascimento e specialmente nel Medio Evo si usavano le parole nei quadri, ma molto spesso erano una spiegazione dell'immagine, una sorta di integrazione al significato. Nel lavoro di Weiner la parola diventa una cosa completamente indipendente, diventa arte perché è libera da qualsiasi elaborazione logica con relazioni a una particolare situazione. Parola e immagini hanno entrambe una qualità essenziale, la possibilità di esprimere contenuti diversi. Essere simboli adatti a rappresentare molti significati. Quando apriamo il dizionario e cerchiamo una parola vediamo quante cose può voler dire. Viviamo usando le parole. Ogni parola ha un significato quando è in un discorso. Da sola ha diversi significati".
Moltissime altre sono le iniziative e le proposte culturali targate FAI (restauri, mostre temporanee, incontri, workshop, collaborazioni con l'Ordine degli Architetti di Varese) che scopriremo nelle prossime settimane.
Esplorazioni/1
Lawrence Weiner, opere 1969-73
da un progetto di Giuseppe Panza di Biumo
Dal 24 gennaio al 10 marzo 2013
Varese, Villa e Collezione Panza
Orari: dalle 10.00 alle 18.00
Per maggiori info.: FAI – Villa e Collezione Panza 0332-283960