Scelte "alte" – Dopo Lucio Fontana alle prese con la ceramica e la sostanza pittorica e drammatica della pittura di Jean Rustin, il Museo Bodini di Gemonio ospita un artista tra i più ardui da presentare, stante la difficile reperibilità delle sue opere. Adolfo Wildt in effetti è più presente in collettive che in mostre che si occupino di lui individualmente. L'ultima, se non andiamo errati, tenuta a Milano, prendeva in esame la scuola di Wildt a Brera.
Non poche – Il Museo, che pur non dispone di forze eccezionali, non si è lasciato scoraggiare e il curatore Daniele Astrologo, coadiuvato dalla Galleria Montrasio di Milano e da un Comitato scientifico autorevole, ha saputo intercettare un nucleo di 15 opere in marmo che copre tutta l'attività dello scultore, con il corredo di 10 disegni.
Il catalogo che resterà – La mostra è stata anche l'occasione per pubblicare un catalogo fornito di contributi di tutto rispetto. Basti pensare che conterrà un saggio inedito di Enrico Crispolti sui rapporti alunno-maestro intercorsi fra Lucio Fontana e Wildt, il carteggio fra quest'ultimo e Ugo Bernasconi (a cura di Margherita D'Ayala Valva), nonché le lettere indirizzate dallo scultore al commendatore Oberti, a cura di Alberto Montrasio. Per non parlare del ricco apparato iconografico, dell'epoca e contemporaneo, sul soggetto ineffabile che è la scultura di Wildt.
Esemplari di un genio – A Gemonio troveremo delle teste-ritratto, tra cui quello pieno e quello cavo di Arturo Ferrarin, la celebre Maschera dell'idiota, alcuni medaglioni allegorici. Tutti esemplari dello stile impeccabile, tagliente, ora tragico ora beffardo, dello scultore milanese che incide la forma nello spazio e pretendeva la perfezione degli antichi dentro una tensione inappagata tutta moderna. Lontano dalle Avanguardie, lontano dall'arcaico e dal naturalismo, forse legato al mondo tedesco di origine.
Arte per la Morte – Wildt è artista superbo ma non abbastanza noto, avvolto da un'aura di mistico e di fanatico. Per trovarlo, occorre frequentare i cimiteri, perchè è stato cimiteriale per vocazione, sfidando la morte con l'arma dello stile. Trovava sempre soluzioni originali e conturbanti ai problemi della scultura, che amava proprio perchè arte su commissione, estrema, astratta, super-umana, senza divagazioni.
Ritrattistica – Ma che dire dei ritratti? I personaggi da lui ritratti diventano maschere individuali senza tempo, emozionanti e distanti, assurte nel Walhalla dei grandi. Conoscete l'Abate Stoppani al Museo di Venegono, Guido Cagnola nella sua Villa di Gazzada? Vertici della ritrattistica del Novecento, unica via percorribile dall'unico artista gotico del Novecento, che rinveniamo a Gemonio, nel regno di Bodini, con la certezza che la scultura sia risorta sempre di nuovo.
ADOLFO WILDT – ANIMA MUNDI
dal 14 luglio al 28 ottobre 2007
Gemonio, Museo Civico Floriano Bodini, via Marsala 11
venerdì, sabato e domenica, 10.30-12.30; 15-18.30
€ 4 intero, € 2 ridotto
Catalogo Silvana Editore / Montrasio Arte (in mostra € 15)