{"id":11670,"date":"2006-11-09T11:51:49","date_gmt":"2006-11-09T11:51:49","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-04-03T08:27:44","modified_gmt":"2007-04-03T08:27:44","slug":"capolavori-del-novecento-senza-le-sculture-di-martini","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/capolavori-del-novecento-senza-le-sculture-di-martini\/","title":{"rendered":"Capolavori del Novecento senza le sculture di Martini"},"content":{"rendered":"
La mostra Capolavori del Novecento italiano, opere della collezione Gian Ferrari<\/em>, i<\/strong>n corso attualmente a Villa Panza, ha dato addio alle opere di Arturo Martini. Come previsto e già annunciato fin dalle prime comunicazioni date a mezzo stampa, le opere donate dalla collezionista Claudia Gian Ferrari al Fondo Per l'Ambiente Italiano ed esposte temporaneamente a Varese sono tornate nel capoluogo lombardo dove sono state collocate nell'ampia retrospettiva dedicate al capofila della scultura italiana inauguratasi l'8 novembre tra il Palazzo della Permanente e la Fondazione Stelline. <\/p>\n Vi rimarranno fino al 4 febbraio per poi essere trasferite a Roma dove la grande mostra martiniana troverà sede nella Galleria nazionale d'arte moderna.<\/strong> Il nucleo di opere di Martini, uno degli amori più intensi della Gian Ferrari era anche uno dei più importanti della mostra; non a caso collocato in una apposita sala, quella prospiciente la scuderia grande. Una sorta di piccolo luogo sacrale, cui le ieratiche sculture del maestro conferivano un aura di immobile algore. <\/p>\n Le opere erano L'amante morta<\/em>, un gesso policromo del 1921; Gli amanti<\/em>, un gesso patinato del 1920; un Busto di fanciulla<\/em> in gesso del 1920, L'Ospitalità<\/em>, in refrattaria, del 1931. <\/strong> Gli organizzatori hanno predisposto che le opere inviate a Milano non vengano sostituite da altre<\/strong>. Il percorso della mostra viene dunque condensato nella grande scuderia a suo tempo ridefinita da Gae Aulenti\/ <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" A. Martini – L'amante morta La mostra Capolavori del Novecento italiano, opere della collezione Gian Ferrari, in corso attualmente a Villa Panza, ha dato addio alle opere di Arturo Martini. Come previsto e già annunciato fin dalle prime comunicazioni date a mezzo stampa, le opere donate dalla collezionista Claudia Gian Ferrari al Fondo Per l'Ambiente […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":11671,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[15,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
La sezione plastica in mostra rimane dunque concentrata sulle due opere di Marino Marini, sul ritratto della madre di Claudia Gian Ferrari, opera dello scultore Timo Bortolotti, nonno della collezionista, e dello splendido Puro Folle<\/em> di Adolfo Wildt. <\/p>\n