{"id":11792,"date":"2006-12-22T11:24:39","date_gmt":"2006-12-22T11:24:39","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-04-03T09:12:41","modified_gmt":"2007-04-03T09:12:41","slug":"garibaldi-a-piedi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/garibaldi-a-piedi\/","title":{"rendered":"Garibaldi a piedi"},"content":{"rendered":"
Con il 2007 alle porte, bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, la città di Varese non sa ancora quali manifestazioni dedicherà all'avvenimento<\/strong>.E non c'è da aspettarsi molto, se di recente è stato presentato in città il libro Garibaldi: eroe o cialtrone?<\/em> del giornalista Gilberto Oneto, piuttosto compiaciuto nello smontare pezzo a pezzo il mito fasullo dell'Eroe dei due Mondi. Buona parte della Lombardia, la "musica" risorgimentale, indubbiamente viziata di retorica, non la vuol sentire<\/strong>, al punto da riscoprirsi, oggi, piuttosto austriacante, celtica, antiromana e antiunitaria. Garibaldi, come tutti i miti, è addirittura facile, da smitizzare. Ma trascurarlo, a 200 anni dalla sua nascita nizzarda, pare incredibile, soprattutto per Varese, che fu garibaldina. <\/p>\n Ce lo ricorda, ad esempio, il Monumento ai Cacciatori delle Alpi <\/em>o quello ai Caduti di Biumo Inferiore, che riportava in auge – e siamo negli anni '20 del 900 – la figura di Garibaldi, quale "anima" che sorregge il soldato della Prima Guerra Mondiale.<\/p>\n In effetti, qualcosa e qualcuno sembra muoversi, senza necessariamente indossare la camicia rossa<\/strong>: un nome su tutti, Luigi Zanzi, nella veste di responsabile varesino dell'Istituto per la Storia del Risorgimento. A lui, il compito di impostare un programma degno della nazionale ricorrenza. Con la grande incognita dei fondi a disposizione e la quasi certezza della tiepida sensibilità dell'amministrazione. Si è vociferato di una mostra a Villa Panza, la quale conserva nel suo "corpo" le palle di cannone austriache, così come di convegni, concorsi, almeno discorsi.<\/p>\n Giuseppe Garibaldi meritava un'attenzione e un trattamento diversi, alla luce del peso della sua figura, storica e simbolica<\/strong>. Sarebbe stata forse l'occasione, il Bicentenario, di ripensare al destino delle collezioni risorgimentali e della statua originale del "Garibaldino" che si trova nell'oscuro androne della ex caserma cittadina, edificio fatiscente e demolendo, che già portava quel nome trascinatore.<\/p>\n Con il 2007 alle porte, bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, la città di Varese non sa ancora quali manifestazioni dedicherà all'avvenimento.E non c'è da aspettarsi molto, se di recente è stato presentato in città il libro Garibaldi: eroe o cialtrone? del giornalista Gilberto Oneto, piuttosto compiaciuto nello smontare pezzo a pezzo il mito fasullo […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":11793,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[15,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
Chissà. Eppure Varese ha dato fior di nomi e di patrioti all'epopea garibaldina, di cui si serba traccia nei monumenti, nelle lapidi e nei nomi delle strade, spesso grondanti Risorgimento<\/strong>. E' vero che da anni è chiusa e riposta la sezione risorgimentale dei Musei Civici, che tramite uniformi, baionette, proclami, stampe e coccarde, pur serviva a qualcosa, perlomeno a portare le scuole ad assaggiare l'odore della storia patria.<\/p>\n