{"id":11827,"date":"2007-01-19T11:11:17","date_gmt":"2007-01-19T11:11:17","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-06-18T05:18:49","modified_gmt":"2007-06-18T05:18:49","slug":"il-profumo-di-guttuso","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-profumo-di-guttuso\/","title":{"rendered":"Il profumo di Guttuso"},"content":{"rendered":"
Angela Grimoldi, colei che frequentò Guttuso a Velate nell'adolescenza e nella giovinezza, intuendo la straordinaria occasione che le veniva offerta, per la sua formazione artistica ma non solo, non ne può più<\/strong>. L'hanno chiamata e interrogata televisioni e giornali, non solo locali. Avvoltoi attorno alla salma ventennale del maestro, che ha lasciato nel borgo di Velate non molto, alla fin fine. In Angela, i ricordi almeno, che anche noi cerchiamo di ravvivare. <\/p>\n Chissà, forse per il suo René, ha messo davanti allo studio, ubicato in Velate, dei lumini ardenti.<\/strong> Lo spazio è riempito di dipinti, anche grandi, addossati alla parete, con colori e segni che rammentano la "scuola" di Guttuso.<\/p>\n A 20 anni dalla morte del pittore, qual'è il primo ricordo che ne serba?<\/strong> Com'è avvenuto il primo contatto con Guttuso?<\/strong> Come lo chiamava? Come si faceva chiamare?<\/strong> E' stata sua modella? Allieva? Assistente?<\/strong> E a tavola?<\/strong> Ha voluto "carpire" qualcosa del suo stile?<\/strong> Le ha mai parlato di Varese, dei Varesini?<\/strong> Guttuso aveva degli interessi, a parte l'arte?<\/strong> L'ha mai sentito parlare o dare giudizi su suoi colleghi? Sull'arte del suo tempo?<\/strong>Diceva: "Arte povera…ma che cosa c'è di più povero di un pennello?"<\/p>\n <\/strong><\/p>\n Com'era lo sguardo di Guttuso? Se dovesse riassumerlo con un aggettivo?<\/strong> L'ennesima intervista è conclusa. Angela Grimoldi,<\/strong> nel frattempo raggiunta dalla sorella gemella, è una custode sicura e sensibile della memoria del maestro di Bagheria, che a Velate trovò la pace giusta per lavorare. <\/p>\n Ha scritto anche una tesi per l'Accademia di Brera che affronta la "trilogia dell'amore" (tre grandi lavori allegorici, realizzati a Velate)<\/strong> e comprende una lunga intervista al pittore. Un giorno, da lui invitata a prendere per sè qualsiasi cosa dallo studio, Angela, nel verde di Velate e della giovinezza, nell'ebbrezza dell'estate, portò via un profumo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Angela Grimoldi, colei che frequentò Guttuso a Velate nell'adolescenza e nella giovinezza, intuendo la straordinaria occasione che le veniva offerta, per la sua formazione artistica ma non solo, non ne può più. L'hanno chiamata e interrogata televisioni e giornali, non solo locali. Avvoltoi attorno alla salma ventennale del maestro, che ha lasciato nel borgo di […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":11828,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[65,230,15,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
Il fatto di fare pittura, farla e basta. Senza farsela "suggerire".<\/p>\n
Avevo 9 anni, lui veniva a mangiare nel ristorante dei miei genitori. A me piaceva disegnare, mi ha detto di andare a trovarlo. Ho posato per lui, poi studiavo arte e quindi l'estate cercavo di passarla nel suo studio.<\/p>\n
Prima "maestro", poi "Renato", quando il rapporto si è fatto amicizia, negli ultimi tempi "René". Così si è firmato in alcuni miei ritratti…<\/p>\n
Non saprei…un po' tutte e tre le cose, che hanno costruito il mio percorso artistico. Era un amico, e naturalmente un maestro. La pittura è un mestiere: altro che ispirazione!<\/p>\n
Com'è che Guttuso lavorava?<\/strong>
In silenzio, molto concentrato. Molte ore al giorno, fumando sempre.
Che marca di sigarette?<\/strong>
Muratti. <\/p>\n
Come tutti i bevitori, non mangiava molto, ma cose scelte, fresche. Amava molto delle polpettine, ribattezzate "alla Guttuso". Anche la punta di vitello e la pasta e fagioli. Mai vino, soltanto whisky.<\/p>\n
Mi diceva che i miei colori non sono nordici, ma mediterranei, come i suoi. Nel segno, ognuno ha il suo. Lui passava dalle carezze con il pennello a un certo vigore con il pennino e la china. Se ci metti troppa forza, il pennino si può anche rompere
Detto-fatto: Angela ne prende uno, che salta, sotto la pressione della sua mano. E' una donna forte e decisa nell'espressione artistica, molto tenera e allora ingenua, innamorata del grande pittore che le apriva lo studio e a cui cercò di "rubare", com'è ovvio, il più possibile.<\/p>\n
No. Non è che avesse un vero rapporto con la città. Veniva a Velate, nei mesi estivi, per lavorare. La vita mondana, la lasciava a Roma. Fu per lui una sorpresa, infatti, la cittadinanza onoraria, dalla quale fu molto gratificato. Del resto, le risulta che Varese si interessi dell'arte o degli artisti? Venivano piuttosto a trovarlo da Milano, Busto Arsizio, Gallarate.<\/p>\n
Nella mia esperienza, che si limita allo studio di Renato, dominava l'arte. Amava la musica, però. Se non fosse stato pittore, avrebbe fatto il tenore.<\/p>\n
Paterno. Gli piaceva sostenere i giovani, anche materialmente. E non era affatto inavvicinabile, pur avendo un certo filtro attorno.<\/p>\n