{"id":11886,"date":"2007-02-01T04:15:17","date_gmt":"2007-02-01T04:15:17","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-03-30T08:27:35","modified_gmt":"2007-03-30T08:27:35","slug":"murale-del-ventennio-a-gallarate-che-farne","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/murale-del-ventennio-a-gallarate-che-farne\/","title":{"rendered":"Murale del Ventennio a Gallarate: che farne?"},"content":{"rendered":"
\"PandolfiPandolfi davanti all’affresco<\/span><\/div>\n

La città dei due galli sta dimostrando, in provincia di Varese, un dinamismo culturale sorprendente, foriero non solo di allori, ma anche di nodi da sciogliere.<\/strong> Alle viste c'è la nuova sede della GAM e della Civica Biblioteca "Luigi Majno". Quest'ultima dovrebbe trasferirsi in Piazza Garibaldi nel Palazzo Palanti-Minoletti, dal nome degli architetti milanesi che l'hanno realizzato, nel 1939. In origine, ospitava la Casa del Fascio e, come tale, nel grande salone con vetrate, al secondo piano, 80 mq di parete erano affrescati da una grande composizione allegorica, "La Gloria", compiuta da Alessandro Pandolfi nel 1940. <\/p>\n

A gettare oggi un'occhiata all'interno, nel palazzo in disuso, curioso esempio di architettura razionalista, dell'affresco non vi è traccia<\/strong>, ma soltanto una nuda parete di fondo. Invece, sotto uno strato di calce che l'artista stesso, prudentemente, fece applicare, la grande pittura murale dovrebbe esserci ancora. <\/p>\n

Di questo è convinta Enrica Velati, nipote di Pandolfi, che vive a Gallarate e che vigila sulle sorti del palazzo e soprattutto di quanto in esso si cela.<\/strong> Nel 1994, allarmata dalla volontà della giunta di allora, propensa alla demolizione, informò gli uffici competenti della Sovrintendenza di Milano, fornendo una documentazione inoppugnabile dell'esistenza dell'affresco. Scattò il vincolo di tutela dell'edificio, con il conseguente blocco di qualsiasi intervento. <\/p>\n

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\"ParteParte destra dell'affresco<\/span><\/div>\n

I documenti dell'epoca attestano l'entità dell'impresa affrontata da Alessandro Pandolfi, nato in Abruzzo nel 1887, ceramista, xilografo e pittore ascrivibile alla poetica del Novecento<\/strong>, insegnante di disegno a Varese sin dagli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale. Nella tecnica dell'affresco sperimentò con successo l'uso di colori ceramici, particolarmente luminosi, nel murale di Gallarate e nelle lunette francescane di Busto Arsizio.<\/p>\n

L'affresco nella Casa del Fascio, visibile nelle riproduzioni che si sono conservate, è una vasta scena con figure intente ai lavori dei campi e dell'edilizia<\/strong>, sullo sfondo del paesaggio, più industriale che bucolico, di Gallarate, riconoscibile a partire dagli edifici sacri. Al centro, tra due gruppi inneggianti all'Era Fascista, campeggia la figura del Duce a cavallo, incoronato da una Vittoria alata. <\/p>\n

<\/strong><\/p>\n

\"II portainsegne, particolare<\/span><\/div>\n

I motivi non mancavano, per coprire l'affresco prima con un tricolore, dopo l'8 settembre 1943, quindi, nel prevenire i furori iconoclasti successivi al 25 aprile, con uno strato di calce.<\/strong> Pandolfi accettò la necessità di questa forma di autocensura, in attesa di tempi forse migliori per la comprensione dei valori artistici in campo. Che paiono di tutto rispetto, sui livelli più alti di quel ritorno in auge della pittura murale che vide, durante il Ventennio, all'opera artisti capaci di unire forza e coerenza estetica alla inevitabile propaganda. <\/p>\n

Siccome l'attuale governo di Gallarate si è impegnato a rilanciare culturalmente tutta la città e in questo programma rientra il trasferimento della Biblioteca Civica nel Palazzo Minoletti, di prossima acquisizione e riqualificazione<\/strong>, abbiamo intervistato il vicesindaco Paolo Caravati<\/strong> sulla questione dell'affresco-tabù, in una stagione storica che riserva nuovi atteggiamenti alle vicende e alle vestigia del Ventennio. Le risposte di Caravati valgono a titolo personale, in quanto a tutt'oggi non si è mai parlato dell'argomento nelle sedi istituzionali deputate.<\/p>\n

<\/strong><\/p>\n

\"PaoloPaolo Caravati<\/span><\/div>\n

Che cosa intende fare l'Amministrazione comunale dell'affresco, nascosto sotto la calce da oltre mezzo secolo?<\/strong>
Dovrà essere portato alla luce e deve essere esaminato lo stato in cui si trova. Quindi si valuterà l'opportunità economica, politica e storica del recupero dell'affresco.Per quanto mi riguarda non ho alcuna preclusione o pregiudizio ad esporre al pubblico un'opera di valore artistico eseguita nel Ventennio.<\/p>\n

A che uso sarà destinato l'edificio della ex Casa del Fascio?<\/strong>
A nuova sede della Biblioteca Civica.<\/p>\n

Se diventasse la nuova biblioteca, come vedrebbe la fruizione pubblica dell'affresco di Pandolfi?<\/strong>
Sarebbe lasciato là dove si trova in modo che tutti lo possano vedere.<\/p>\n

Il suo tema, evidentemente connesso al regime fascista del Ventennio, costituisce un problema?<\/strong>
Solo per chi ha pregiudizi, per chi ha paura dei fantasmi. Rappresenta un momento della nostra Storia.<\/p>\n

C'è la volontà dell'Amministrazione di restituire quest'opera alla cittadinanza, alla fruizione pubblica? In che modi?<\/strong>
Al momento non posso parlare per tutta l'amministrazione.<\/p>\n

La direzione della GAM, è stata interpellata in proposito?<\/strong>
Non credo. Lo sarà certamente al momento opportuno.<\/p>\n

\"IlIl Duce a cavallo<\/span><\/div>\n

Alla luce delle foto conservate, l'affresco pare di eccellente qualità compositiva, vero capo d'opera di Pandolfi: non è arrivato il momento di privilegiare l'aspetto artistico e "storico" dell'opera, al di là delle sue connotazioni ideologiche e di propaganda?<\/strong>
Certamente sì.

Chissà se Gallarate sarà matura per accettare un affresco che è inequivocabilmente un'allegoria dei "valori" della dittatura fascista.<\/strong> Il distacco temporale probabilmente aiuterà, ma non sarà pacifico ospitarlo ed esporlo proprio nella biblioteca, luogo deputato alla conservazione e formazione della cultura e del senso civile. Finché coperta, quest'opera non fa paura, è come se non esistesse. Ma il gallaratese "Trionfo di Mussolini", una volta riscoperto – il che è doveroso – darà, non solo agli storici dell'arte o del fascismo, qualche sommovimento.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Pandolfi davanti all’affresco La città dei due galli sta dimostrando, in provincia di Varese, un dinamismo culturale sorprendente, foriero non solo di allori, ma anche di nodi da sciogliere. Alle viste c'è la nuova sede della GAM e della Civica Biblioteca "Luigi Majno". Quest'ultima dovrebbe trasferirsi in Piazza Garibaldi nel Palazzo Palanti-Minoletti, dal nome degli […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":11887,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[38,15],"tags":[],"yoast_head":"\nMurale del Ventennio a Gallarate: che farne? - ArteVarese.com<\/title>\n<meta name=\"robots\" content=\"index, follow, max-snippet:-1, max-image-preview:large, max-video-preview:-1\" \/>\n<link rel=\"canonical\" href=\"https:\/\/www.artevarese.com\/murale-del-ventennio-a-gallarate-che-farne\/\" \/>\n<meta property=\"og:locale\" content=\"it_IT\" \/>\n<meta property=\"og:type\" content=\"article\" \/>\n<meta property=\"og:title\" content=\"Murale del Ventennio a Gallarate: che farne? - ArteVarese.com\" \/>\n<meta property=\"og:description\" content=\"Pandolfi davanti all’affresco La città dei due galli sta dimostrando, in provincia di Varese, un dinamismo culturale sorprendente, foriero non solo di allori, ma anche di nodi da sciogliere. 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