{"id":11916,"date":"2007-02-07T11:35:35","date_gmt":"2007-02-07T11:35:35","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-04-05T05:47:38","modified_gmt":"2007-04-05T05:47:38","slug":"due-millenni-d-arte-a-varese-ecco-la-storia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/due-millenni-d-arte-a-varese-ecco-la-storia\/","title":{"rendered":"Due millenni d’arte a Varese, ecco la Storia"},"content":{"rendered":"
I contibuti scientifici, nella loro quasi totalità sono pronti. Mancano i passaggi tecnici.<\/strong> Le prime impaginazioni, le prime bozze, la definizione ultimativa del corredo iconografico, già da tempo messo punto. Manca, insomma, non molto, alla pubblicazione degli attesi due volumi della "Storia dell'arte a Varese e nel suo territorio"<\/strong>, organico progetto di rivisitazione di due millenni di vicende artistico-culturali sul territorio, inseriti nella monumentale "Storia di Varese"<\/strong>, promossa dal Centro di Ricerche Internazionale per le Storie Locali e le Diversità Culturali<\/strong> facente capo all'Università dell'Insubria. <\/p>\n Già oggi, tuttavia, è possibile, grazie alla disponibilità della coordinatrice del progetto, la professoressa emerita Maria Luisa Gatti Perer<\/strong>, direttrice dell'Istituto per lo Studio dell'Arte Lombarda<\/strong>, guardare a fondo in una ricerca che ha mosso i primi passi tre anni fa; capirne le linee programmatiche, le scansioni tematiche, le scelte autoriali. <\/p>\n Trentanove capitoli, un percorso che principia da Castelseprio e si conclude con le emergenze dell'arte nel Novecento<\/strong> sul crinale tra la fine della seconda guerra mondiale e il dopoguerra, tralasciando per ovvi motivi di storicizzazione ancora in corso, le vicende più ultime. Ricerche iconografiche approfondite e, nel caso, nuove campagne fotografiche.<\/p>\n "Nel ripercorrere la Storia dell'arte a Varese e nel suo territorio andavano aggiornati gli studi sui luoghi di Castelseprio, Castiglione Olona, Saronno, il Sacro Monte.<\/strong> Sono questi i quattro nuclei più vitali – sintetizza Gatti Perer – da cui, nei differenti periodi storici, l'arte sul territorio si irradia secondo specificità ben precise".<\/p>\n L'importante era imprimere, attraverso il monumentale lavoro e l'ampio coinvolgimento di studiosi<\/strong> in rappresentanza omogenea delle Università lombarde, della Soprintendendenza, di storici locali di comprovata affidabilità, un nuovo impulso alle ricerche, aggiungere quanto ancora non si conosceva, sulla base di nuove fonti di prima mano e di studi più approfonditi. Battere strade già note, ma indagare altresì, sentieri ancora in buona parte inesplorati. <\/p>\n Una prospettiva duplice, valorizzata e confermata:<\/strong> nel volume si trovano corrisposte "l ’approfondimento di personalità che hanno lasciato un segno fortemente innovativo quali il cardinale Branda Castiglioni<\/strong>, i Visconti <\/strong>ed i Borromeo<\/strong> – scrive la curatrice nella sua introduzione – l’analisi di argomenti poco o per nulla studiati: valga per tutti l’arte organaria, la trattazione di tematiche quali il collezionismo ottocentesco, l’archeologia industriale e l’arte contemporanea sottolineano i caratteri peculiari che consentono di delineare l’identità di questa porzione di territorio della Lombardia, aperta, soprattutto a Nord, ai più aggiornati influssi europei".<\/p>\n Emergenze e novità, ad esempio, si ritrovano nei saggi di Luigi Carlo Schiavi e Maria Teresa Mazzilli Savini<\/strong>, entrambi docenti all'Università degli Studi di Pavia, dedicati rispettivamente allo sviluppo dell'architettura romanica sul territorio e alla diffusione capillare di cappelle castrensi e strutture fortificate anche di matrice religiosa tra l'XI e il XV secolo.<\/p>\n Apporti nuovi vengono da Marco Rossi, dell'Università Cattolica, in merito al complesso monumentale di Castelseprio <\/strong>e al pregiato ciclo di affreschi con le Storie dell'infanzia di Cristo<\/em>. Ben quattro i contributi dedicati a Castiglione Olona<\/strong> e al Cardinal Branda<\/strong>, estesi dalla stessa Gatti Perer<\/strong>, da Valentino Foffano<\/strong>, da Alessandro Rovetta<\/strong> e da Carlo Bertelli<\/strong> che ridefinisce il profilo, già da lui indagato, di Masolino da Panicale<\/strong>. <\/p>\n Importanti saranno anche i contributi dell'illustre storico di Leonardo Pietro Marani,<\/strong> sui lavori di Bernardino Luini<\/strong> e sulle novità emerse in merito al lavoro di Gaudenzio Ferrari<\/strong> all'interno del Santuario di Saronno<\/strong>. Innovativo per la storia d'arte non solo locale, il lavoro di Daniele Pescarmona, della Soprintendenza di Milano, sulla staturaria lignea cinquecentesca. <\/p>\n La Gatti Perer si concentra altresì su un altro dei centri di irradiazione culturale<\/strong> cui si faceva riferimento in precedenza: il Santuario di Saronno<\/strong>, attraverso uno studio delle fasi costruttive nell'epoca borromeiana e una sua lettura iconografica. Quanto al Sacro Monte<\/strong> è stato demandato a Silvano Colombo<\/strong> il compito di ripercorre i suoi numerosi studi e fornire nuovi approfondimenti sull'architetto della Fabrica, Giuseppe Bernasconi. Di Colombo sarà presente anche un dettagliato studio della bottega dei Buzzi<\/strong>.<\/p>\n Andrea Spiriti, docente all'Insubria, si occuperà trasversalmente di snodi, altrettanto cruciali per il territorio,<\/strong> spalmati tra la crisi del Manierismo e l'avvento del Neoclassicimo: spaziando dalla crisi della pittura seicentesca alla scultura barocca del '700, ad un profilo delle arti minori, tra stucchi e terrecotte, fino ad approdare alla civiltà della villa, in pieno illuminismo, inframmezzati dall'inedita valorizzazione della tradizione organaria nel Varesotto di Marco Manzin<\/strong>, e la pagina ad personam dedicata al Magatti<\/strong> da Simonetta Coppa<\/strong>. <\/p>\n Le vicende di Enrico Butti e della grande tradizione viggiutese, indagate da Cristina Casero<\/strong>, i nuovi contributi di Giuseppe Pacciarotti <\/strong>sul Liberty ed il fenomeno dell'eclettismo, gli interventi di Marina Degli Innocenti <\/strong>su Industria e committenza nell'Ottocento<\/em>, e quelli di Alessandro Rovetta sul collezionismo privato, e una prima indagine catalografica del Museo Pogliaghi, costituiscono il nerbo della sezione moderna dell'opera. <\/p>\n Di cui peraltro non va dimenticato il saggio di Giovanna Rosso Del Brenno sull'archeologia industriale<\/strong>, elemento del tutto consistente che caratterizza il nostro paesaggio. Ad Anna Bernardini<\/strong> è stato affidato il compito di ricostruire le vicende dei Musei Civici varesini. Conclude l'opera, si diceva, il saggio di Luciano Caramel.<\/p>\n "Come tutte le ricerche – chiosa Gatti Perer – anche questa, così importante e voluminosa, con studiosi scelti tra i più validi nel loro specifico ambito, è un punto di partenza in vista di ulteriori scoperte". Non resta che attendere alcune settimane. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" I contibuti scientifici, nella loro quasi totalità sono pronti. Mancano i passaggi tecnici. Le prime impaginazioni, le prime bozze, la definizione ultimativa del corredo iconografico, già da tempo messo punto. 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