{"id":12069,"date":"2007-03-12T10:57:06","date_gmt":"2007-03-12T10:57:06","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-05-25T10:12:44","modified_gmt":"2007-05-25T10:12:44","slug":"gesso-vernici-solventi-e-imperizie-cos-muore-la-fuga-in-egitto","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/gesso-vernici-solventi-e-imperizie-cos-muore-la-fuga-in-egitto\/","title":{"rendered":"Gesso, vernici, solventi e imperizie: cos\u00ec muore la Fuga in Egitto"},"content":{"rendered":"
Carlo Alberto Lotti, sull'argomento, è intervenuto più e più volte. Scrivendo articoli per quotidiani<\/strong>, per la Famiglia Bosina<\/strong>, intervenendo in Tribunale quando dal libero gioco delle opinioni e degli expertise, si è passati, è successo, alle denunce. <\/p>\n Su La Fuga in Egitto<\/em> in Renato Guttuso, al Sacromonte, il restauratore varesino è senza dubbio tra i testimoni più lucidi<\/strong>, tra le memorie storiche più affidabili, benché da qualche anno si definisca "fuori dal giro". Giro inteso quel circuito spesso fatto di incomprensioni, dialoghi interrotti, stand by, che perdurano tra Sovrintendenza ai Beni artistici, Fondazione Paolo VI e Amministrazione del Santuario. <\/p>\n Lotti, di recente lei ha riproposto come soluzione definitiva lo spostamento dell'opera. <\/strong> Eppure la Sovrintendenza ha eccepito sui i possibili gravi <\/strong>rischi <\/strong>che una operazione del genere può comportare sulla tenuta e l'integrità dell'opera.<\/strong> Nel corso degli anni e anche ultimamenente sono state fatte altre ipotesi per la messa in sicurezza definitiva dell'opera guttusiana. Cosa ne pensa?<\/strong> Alcuni giorni fa, dalle pagine de La Prealpina, lei ha ricordato quali sono i veri motivi della perdurante criticità della pellicola pittorica del dipinto. Non tanto l'umidità o gli sbalzi termici, quanto la qualità intrinsenca dei colori utilizzati. <\/strong> Problemi che si sono manifestati da subito, immediatamente pochi tempo dopo la realizzazione dell'opera.<\/strong> L'errore è proprio a monte, quindi. Non emendabile?<\/strong> Eppure i suoi primi interventi miravano proprio a preparare il campo da lavoro per un affresco vero e proprio<\/strong>. A quel punto sul muro nuovo l'affresco avrebbe potuto essere fatto senza temere le incurie del tempo?<\/strong> I problemi rimangono irrisolti: anche quelli più immediati, l'intervento per bloccare l'attuale stato di conservazione. La Sovrintendenza afferma di essere in attesa di progetti di intervento credibili, fatti da restauratori con il pedigree il linea con il nuovo Codice<\/strong> Non solo Brogli, ma qualsiasi intervento che non sia di uno meno che specialista. Una prassi giusta e legittima.<\/strong> Un ultima cosa: se mai si spostasse, dove vedrebbe collocato il dipinto di Guttuso. In una sede istituzionale, o museale?<\/strong> particolare dell'opera di Guttuso Carlo Alberto Lotti, sull'argomento, è intervenuto più e più volte. Scrivendo articoli per quotidiani, per la Famiglia Bosina, intervenendo in Tribunale quando dal libero gioco delle opinioni e degli expertise, si è passati, è successo, alle denunce. Su La Fuga in Egitto in Renato Guttuso, al Sacromonte, il restauratore varesino è […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":12070,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[230,16,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
"Tutto quello che ho detto di recente non è che un ribadire quanto detto e scritto, documentato, in tutti questi anni. No solo: lo spostamento l'avevo previsto ante litteram. Non credendo nella resistenza dell'acrilico ho preteso che fosse predisposto un pannello di cemento armato staccato dal muro che ne permettesse in futuro lo spostamento".<\/p>\n
"Se la Sovrintendenza ha in mano le analisi esatte, i dati certi che la inducono a ritenere pericolosa qualsiasi movimentazione dell'opera, allora ha ragione la Sovrintendenza. Quello che io sostengo è che su mia precisa richiesta venne eretto un muro di cemento 1000, impermeabile, un muro prepaparato per l'affresco, insomma e assolutamente in grado di essere spostato tramite un muletto. Se poi, il muro è stato fatto male, non rispondente alle indicazioni, io sono al di fuori di ogni sospetto. Ma devo dire che, conoscendo gli uomini che l'hanno costruito, sono certo che non abbia problemi". <\/p>\n
"Non sono mai stato tanto tenero con le Sovrintendenze però mi sarei stupito moltissimo se avessero dato il benestare all'operazione di arretramento del dipinto. Un progetto che avrebbe cambiato totalmente lo stato del sito. Il dipinto rappresenta una quinta; arretrarlo avrebbe significato creare un buco. Quanto ad altre ipotesi, posso solo dire che da sempre si parla di Guttuso e di quest'opera in particolare con una certa imprecisione e ignoranza in materia". <\/p>\n
"L'acqua all'acrilico non gli fa nulla. Scorre, non lo consuma. Il problema sono le sovrapposizioni di colore, il gesso acrilico utilizzato, le vernici protettive". <\/p>\n
"Anche questo è tutto documentato. Amedeo Brogli, l'assistente di Guttuso e coautore materiale del lavoro, è intervenuto più volte, ma raschiando le parti già sollevate del colore. Non funzionano le vernici forti di protezioni. E più sono forti meno hanno reversibilità. Diversamente dal restauro ad olio, dove con il solvente togli la vernice e rimane la pellicola, qui con il solvente rischi di non trovare più il colore. Personalmente è almeno dal 1991 che ho fatto presente i miei dubbi all'Amministrazione del Santuario relativi all'efficacia dei solventi, ai metodi del Brogli e a nuovi tentativi di riverniciatura".<\/p>\n
"Avevo un grande rispetto per Guttuso. Per lui affresco significava pittura murale. Mi disse "Ma come vuoi che faccia un affresco che non ho mai fatto uno in vita mia". Li è nato tutto. Prima ancora però di arrivare alla decisione di utilizzare l'acrilico, tuttavia si fece tutto nella maniera più regolare possibile perché l'opera durasse e fosse spostabile". <\/p>\n
"E' così: per prima cosa abbiamo coperto il vecchio muro retrostante, su cui insistevano ancora piccoli frammenti di un affresco seicentesco del Nuvolone e in gran parte tanti rifacimenti successivi. Il problema in quel caso era davvero l'umido di una supeficie piena di bocce di fiume, cioè pietre in grado di trasferire umidità".<\/p>\n
"Si. ma a quel punto ci si rese conto della volontà dell'artista. Facemmo allora una indagine con le maggiori case produttrici di colori. Molte onestamente risposero che nessun prodotto avrebbe potuto garantire stabilità e durata. Cosa che invece fece la francese Lefranc & Bourgeois. Io avevo i miei dubbi: sulla compatibilità del prodotto con il supporto, sulla sua stabilità, sulla possibilità di essere eventualmente "strappato. Ma come detto, ha prevalso la volontà di Guttuso". <\/p>\n
"Il che è giusto. Non vogliono più che Brogli intervenga, probabilmente". <\/p>\n
"Certo. Ma immaginiamoci Michelangelo. Lei pensa che non avrebbe autorizzato o preteso al suo assistente di sistemare un braccio ad una sua opera? A dispetto della Sovrintendenze?". <\/p>\n
"Se davvero si concretizzasse a Villa Baragiola una sorta di Centro Studi dedicato ai Sacri Monti, quella potrebbe diventare una sede da prendere in considerazione".<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"