{"id":12275,"date":"2007-05-15T12:28:23","date_gmt":"2007-05-15T12:28:23","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-05-29T03:46:24","modified_gmt":"2007-05-29T03:46:24","slug":"alla-vinciana-di-milano-lischetti-sul-confine-del-muro-di-pittura","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/alla-vinciana-di-milano-lischetti-sul-confine-del-muro-di-pittura\/","title":{"rendered":"Alla Vinciana di Milano Lischetti sul confine del muro di pittura"},"content":{"rendered":"
Dopo quattro anni di assenza dalla scena espositiva – almeno per quanto attiene alle mostre personali<\/strong> – Luca Lischetti si rimette in discussione nel suo spazio milanese di riferimento, la Galleria Vinciana, che dagli anni '80 segue l'artista di Montonate. Abbiamo tastato con lui gli umori e le posizioni della vigilia.<\/p>\n Che cosa vedremo a Milano? C'è ancora il rosso… Quando lo ha scoperto per la prima volta? E Thomas Beckett? Che tipo di pigmento usa? Non teme la maniera, la ripetizione di una formula? Ecco, rappresentazione, magari teatrale: c'è del teatro nella sua pittura-scultura? Per il teatro sta realizzando un lavoro: quale? Come si sta, da artisti, in provincia di Varese<\/strong>? Che cosa le manca? Una certa delusione trapela dalle ultime parole di Luca Lischetti<\/strong>, ma la sua opera rimane incendiaria, onirica, senza cedimenti, ribelle alle costrizioni di ogni tipo e basata su una manualità invidiabile. <\/p>\n L'artista è pronto alla prova di Milano, a fare uscire tutto quel rosso dallo studio<\/strong> di Montonate, dove c'è il rischio di chiudersi, in un teatro introverso, che parla solo a se stesso. La mostra della Vinciana, in effetti, s'intitola Davanti al muro.<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Luca Lischetti Dopo quattro anni di assenza dalla scena espositiva – almeno per quanto attiene alle mostre personali – Luca Lischetti si rimette in discussione nel suo spazio milanese di riferimento, la Galleria Vinciana, che dagli anni '80 segue l'artista di Montonate. Abbiamo tastato con lui gli umori e le posizioni della vigilia. Che cosa […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":12276,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[65,230,15,48],"tags":[],"yoast_head":"\n
<\/strong>"Lavori degli ultimi anni, dove continuo il mio discorso fra pittura e scultura: su un fondale dipinto innesto delle figure di legno scolpito, non riuscendo ancora a lasciare del tutto la superficie: sono sempre un pittore, dopo tutto"<\/p>\n
<\/strong>"Sì, non riesco a liberarmene, anche se a volte mi pesa"<\/p>\n
<\/strong>"Circa dieci anni fa, ormai. Tutto nacque da un colloquio tra me e il critico Riccardo Barletta, che mi richiamò al figurativo…disse che mi occorreva un'esplosione, una Torre di Babele piena di disastri e vulcani…il mio rosso corrisponde a tutto questo, forse"<\/p>\n
<\/strong>"Thomas Beckett fu una mia ossessione per un certo tempo, mi concentrai sulla sua schiena fustigata a sangue…di qui uscirono personaggi ancora più rossi, ora non riesco a dipingere altrimenti, anche se talvolta, tutto quel rosso, nello studio, non è proprio rilassante"<\/p>\n
<\/strong>"Sono pigmenti fluorescenti, che mi faccio preparare e che mi danno l'effetto e la forza che voglio. Non un rosso qualsiasi"<\/p>\n
<\/strong>"Avverto questo rischio e tanti – anche colleghi – ormai mi etichettano, ma non mi sento assolutamente ripetitivo. Ogni opera aggiunge un tassello nuovo alla rappresentazione"<\/p>\n
<\/strong>"Può essere, ma io vorrei che fosse più ironico che addolorato. In effetti, come alcuni critici hanno notato, io vedo le cose da fuori, da giudice e burattinaio, più che da vittima"<\/p>\n
<\/strong>"La compagnia Studio Danza Millennium<\/em> mi ha commissionato un paesaggio di sette metri, smontabile, che s'illumina, sul tema della Strada<\/em> di Fellini. Quindi c'è il paesaggio e c'è il carrozzone di Zampanò. Ma non chiamatemi scenografo, ho semplicemente eseguito quel che mi è stato richiesto per un balletto che andrà in scena a Busto Arsizio il 21 maggio"<\/p>\n
"Non molto bene"<\/p>\n
<\/strong>"Gli spazi, gli incontri, le discussioni. Negli anni '70, c'era Gianfranco Maffina che ci riuniva e ci si sentiva vivi, partecipi. Oggi, nessuno comunica più, gli artisti fra loro non si parlano, hanno segreti, e anch'io sto chiuso nel mio studio"<\/p>\n