{"id":12320,"date":"2007-05-24T08:24:13","date_gmt":"2007-05-24T08:24:13","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-05-28T16:01:11","modified_gmt":"2007-05-28T16:01:11","slug":"fuga-in-egitto-un-errore-coprire-il-nuvolone","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/fuga-in-egitto-un-errore-coprire-il-nuvolone\/","title":{"rendered":"Fuga in Egitto, “Un errore coprire il Nuvolone”"},"content":{"rendered":"
Spostare la Fuga in Egitto di Guttuso, ma senza dislocarla dalla via Sacra, e rimettere in luce il sottostante affresco del Nuvolone<\/strong>, non senza polemiche, coperto dall'intervento di Guttuso. Tra le tante voci che anche negli ultimi tempi si sono levate pro e contro la discussa opera in acrilico a fianco della Terza Cappella lungo la via Sacra Monte, l'ultima è quella di una esperta venuta da fuori, ma chiamata sul territorio varesino al capezzale di altri illustri malati quali le opere murali di Arcumeggia. <\/p>\n Con le cautele di chi non ha studiato approfonditamente il caso, "di aver valutato la zona da turista", ma con l'esperienza di chi tratta<\/strong> da una vita vicende e questioni non del tutto dissimili, anche Cristina Danti, responsabile del settore Pitture Murali dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze ha voluto esprimere una sua opinione, a margine della presentazione delle iniziative previste per il recupero patrimoniale e artistico del borgo dipinto. Intervistata da Federico Masedu per La6, la Danti rilancia la convinzione che sia stato un errore errore lasciare realizzare all'artista siciliano<\/strong> la sua opera proprio lì, una pittura contemporanea a nascondere una pittura più antica. Ma ribadisce la filosofia più diffusa in casi del genere: spostare il meno possibile le opere dal contesto in cui sono state concepite e realizzate. Nel caso di Guttuso, tuttavia, lo spostamento, anche minimo, secondo Danti, si renderebbe necessario, non tanto e non solo in termini di giusta conservazione quanto di risarcimento al seicentesco affresco sottostante forse sbrigativamente ritenuto ormai ai tempi non più conservabile e inutilizzabile alla vista.<\/p>\n Non so come sarebbe possibile, ammette l'esperta, ma forse continua negli spazi che la Via Sacra offre si potrebbe trovare una soluzione<\/strong>, rifacendosi al fatto che, per come è stato concepita l'opera di Guttuso, teoricamente, forse molto teoricamente, si potrebbe rimuovere. Una possibilità che non è mai piaciuta alla Sovrintendenza, peraltro, da sempre sulle posizioni di massima cautela in ragione degli evidenti segni di sfaldamento della superficie.<\/p>\n L'opera guttusiana insomma che già vide al tempo del suo farsi schieramenti ben contrapposti, tra favorevoli e contrari<\/strong>, capitanati gli uni da Luigi Zanzi, da Giuseppe Bortoluzzi, gli altri, autori di due memorabili interventi sul quotidiano varesino di allora, continua a suscitare dibattito. Al momento, rimane lì, nella sospensione di chi non ha certezze, forse progetti del tutto affidabili e probabilmente i mezzi economici per realizzarli. <\/p>\n
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