{"id":12453,"date":"2007-06-18T07:47:39","date_gmt":"2007-06-18T07:47:39","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-06-22T08:26:01","modified_gmt":"2007-06-22T08:26:01","slug":"il-mio-promemoria-per-pierre-restany","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-mio-promemoria-per-pierre-restany\/","title":{"rendered":"Il mio Promemoria per Pierre Restany"},"content":{"rendered":"
I motivi dell'opera<\/strong> – La 52\u02da Biennale <\/strong>si apre con un titolo piuttosto insulso che suona come claim pubblicitario di scarpe sportive…"pensa con i sensi-senti con la mente"<\/em> Il lavoro<\/strong> – Si tratta della ricostruzione a Venezia della camera 312 dell'hotel Manzoni di Milano dove soggiornò per trent' anni Pierre Restany<\/strong>, elaborando teorie e scrivendo saggi su un'arte che riflette la realtà intesa come continuo divenire, un'arte totale, fluida e indeterminata come la vita, caratterizzata da libertà espressiva e interdisciplinarietà. Percezione sinestetica<\/strong> – Gli arredi originali della Camera 312<\/strong> sono ambientati a Venezia tra pareti completamente rivestite di post-it<\/strong>, che avvolgono così interamente lo spazio, i percorsi, le superfici. Attraverso i più diffusi pro-memoria di uso quotidiano ogni artista (con circa 200 post-it) rende omaggio e ricorda Pierre Restany, ma chiede anche di essere ricordato, annotando la sua ricerca. Presenza-assenza straordinaria<\/strong> – La Camera 312<\/strong> non riporta Restany a Venezia soltanto grazie ai suoi mobili originali e al ritratto evanescente che prende forma grazie ai famigerati post-it: la straordinaria presenza-assenza del grande critico e pensatore<\/strong> è data proprio dalla vitalità, fluidità e dalla carica emotiva dei foglietti gialli, che sfidando l'usuale immobilità degli oggetti divengono veicolo artistico, confermando la validità delle teorie del fondatore del Nouveau Réalisme.<\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Particolare dell'opera di C. Ricardi I motivi dell'opera – La 52\u02da Biennale si apre con un titolo piuttosto insulso che suona come claim pubblicitario di scarpe sportive…"pensa con i sensi-senti con la mente"Se il significato di questo motivetto allude ad un'ormai anacronistica separazione tra un'arte puramente concettuale e un'arte "sensoriale", basata sulla percezione e sul […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":12454,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[15,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
Se il significato di questo motivetto allude ad un'ormai anacronistica separazione tra un'arte puramente concettuale e un'arte "sensoriale", basata sulla percezione e sul coinvolgimento emotivo del fruitore, allora è indubbio che l'installazione Camera 312-promemoria per Pierre<\/strong><\/em> partecipa coerentemente alla Biennale di Robert Storr<\/strong>, pur essendo inserita negli eventi collaterali.<\/p>\n
L'installazione, ideata da Ruggero Maggi<\/strong>, è realizzata da una molteplicità di artisti tra cui lo stesso Maggi e consente di cogliere i diversi contributi artistici oltre che la visione integrale del progetto.<\/p>\n
Le foto dell'installazione non rendono giustizia alla percezione inebriante e sinestetica che si ha entrando in questo ready-made di camera d'albergo: come accade all'interno delle architetture bizantine rivestite di mosaici anche qui il disegno e la definizione dei muri, degli spigoli e delle masse si frammenta, si sfuma, si fonde e si con-fonde tra le migliaia di foglietti gialli e variamente colorati, tagliati e modificati dagli artisti, la luminosità è ora diffusa ora improvvisa e abbagliante, assolutamente veneziana, il percorso tra queste pareti diviene instabile, disorientante nonostante l'esiguità dello spazio: troppo colore, troppa luce, troppe immagini, scritte, ricordi, oggetti d'affezione….<\/p>\n