{"id":12480,"date":"2007-06-20T09:41:10","date_gmt":"2007-06-20T09:41:10","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-06-22T01:28:29","modified_gmt":"2007-06-22T01:28:29","slug":"fuga-in-egitto-l-ora-del-restauro-arrivata","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/fuga-in-egitto-l-ora-del-restauro-arrivata\/","title":{"rendered":"Fuga in Egitto: l’ora del restauro \u00e8 arrivata"},"content":{"rendered":"
Indagini preliminari<\/strong> – Dalla Soprintendenza ai Beni Artistici di Milano è arrivata la conferma. Il restauro della Fuga in Egitt<\/em><\/strong>o, il dipinto acrilico di Renato Guttuso<\/strong> a fianco della Terza Cappella si farà ed è prossimo. Di più, sono già cominciate le nuove indagini preliminari che dovranno fornire ai tecnici un quadro ancor più dettagliato e aggiornato delle problematiche che affliggono da anni il grande malato. <\/p>\n Cattiva conoscenza dei materiali<\/strong> – La delegata per la zona di Varese per le Belle Arti, Isabella Marelli<\/strong> è prudente ma sufficientemente esplicita: "Sono appena iniziati i primi prelievi stratigrafici che verranno sotto posti ad analisi approfondite. Analisi che probabilmente confermeranno il sospetto che il deterioramento della Fuga in Egitto<\/em><\/strong>, le bolle e i sollevamenti ormai chiaramente visibili, siano dovuti ad una cattiva conoscenza dei materiali e probabilmente ai successivi interventi apportati senza l'adeguata consapevolezza. In ogni caso, il progetto più dettagliato del recupero, che insisterà solo sulla pellicola pittorica, si potrà avere solo quando avremo completi i dati". <\/p>\n Due millimetri<\/strong> – Un'infinitesimale prelievo di superficie pittorica, bastano anche due millimetri, sono già stati prelevati dal dipinto sofferente. Basterà questo campione a riscrivere, con le tecnologie più aggiornate, la natura dei materiali costitutivi, le ragioni del degrado. Potrebbe essere sufficiente il piccolissimo frammento ad inviduare le tipologie di intervento corrette sull'acrilico, tecnica e materiale sottoposti a invecchiamento del tutto diverso dai materiali tradizionali. <\/p>\n Sicurezze<\/strong> – Sulla questione del restauro così come quella della successiva urgente soluzione per una definitiva messa in sicurezza da tempo il dibattito è aperto. La Soprintendenza ha sempre avuto le idee ferme su questi aspetti. "Il dipinto deve rimanere dove è stato concepito" questo in sintesi il pensiero che viene dagli uffici di Brera che hanno tuttavia, in questi anni, assunto una posizione altrettanto ferma sulle modalità e sulle qualifiche del restauratore designato. <\/p>\n Intervento problematico<\/strong> – La scelta, conferma oggi la Marelli, è caduta su Barbara Ferriani<\/strong>, proposta dalla Fondazione Paolo VI<\/strong>, di fatto la committenza del restauro, sulla base di un curriculum ineccepibile. Proposta accettata: "La Ferriani è nota non solo a noi ma a tutte le altre Soprintendenze per aver svolto lavori importanti nel contemporaneo e per la sua lunga esperienza. I nostri uffici, che hanno solo la possibilità di approvare o meno un piano di recupero, non hanno avuto dubbi nel sostenere il suo progetto". Al fianco della Ferriani, viste le problematicità dell'intervento, ci sarà anche Antonio Rava<\/strong>, noto restauratore di Torino.