{"id":12733,"date":"2007-08-02T08:53:49","date_gmt":"2007-08-02T08:53:49","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-08-03T05:17:04","modified_gmt":"2007-08-03T05:17:04","slug":"manuale-di-sopravvivenza-di-un-giovane-direttore","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/manuale-di-sopravvivenza-di-un-giovane-direttore\/","title":{"rendered":"Manuale di sopravvivenza di un giovane direttore"},"content":{"rendered":"
Il Museo Bodini<\/strong> è aperto tre giorni alla settimana. Se si telefona fuori orario, nel giorno sbagliato, però nessuna segreteria telefonica, nemmeno il silenzio muto dell'assenza. Vi risponderà sempre il direttore, inseguito dal trasferimento di chiamata. "Siamo stati, in un certo modo, costretti – dice Daniele Astrologo<\/strong> – perchè spesso i giornali sbagliano a fornire i dati di apertura al pubblico. E rischiamo di indispettire i visitatori e perdere molte telefonate". <\/p>\n Tra le mansioni del responsabile del museo, in teoria, non dovrebbe essere prevista la reperibilità assoluta. Ma tant'è, in certe condizioni si fa anche questo. E' la filosofia, più o meno necessaria, cui si devono attenere le piccole realtà museali; specie se coraggiose, specie se con le ambizioni giuste, spremendo il meglio o il più del dovuto. <\/p>\n Di telefonate il giovanissimo Astrologo ne deve aver ricevute parecchie ultimamente. La mostra dedicata ad Adolfo Wildt<\/strong>, un unicum, in provincia, da sempre, ha fatto breccia. All'inaugurazione, l'aristocrazia amministrativa della Comunità Montana della Valcuvia, direttori di musei, anche extraprovincia, artisti solitamente avari di presenze ai vernissage, professori e tanta gente 'comune'. E un afflusso nei giorni successivi che lascia ben sperare. "Il tutto con risorse economiche enormemenete inferiori rispetto ad altre realtà museali", sottolinea senza nessun veleno il curatore. <\/p>\n Astrologo, sembra, tuttavia che il museo funzioni<\/strong> Non è già in previsione uno stanziamento anche per le migliorie strutturali della vostra sede?<\/strong> Quanto tempo ci potrebbe volere?<\/strong> Fontana, Rustin e Wildt. Scelte coraggiose e spesso non facilissime.<\/strong> Idee per il futuro?<\/strong> Che è l'aspetto tragico per ogni museo.<\/strong> Come sta adesso il museo Bodini?<\/strong> Daniele Astrologo Il Museo Bodini è aperto tre giorni alla settimana. Se si telefona fuori orario, nel giorno sbagliato, però nessuna segreteria telefonica, nemmeno il silenzio muto dell'assenza. Vi risponderà sempre il direttore, inseguito dal trasferimento di chiamata. "Siamo stati, in un certo modo, costretti – dice Daniele Astrologo – perchè spesso i giornali sbagliano […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":12734,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[230,59,52],"tags":[],"yoast_head":"\n
"Facciamo i miracoli. Nulla da rimproverare all'amministrazione e nemmeno alla Comunità Montana. Certo è che l'obiettivo è quello di trovare sempre più appoggi anche istituzionali, dalla Regione per esempio". <\/p>\n
"Dovrebbe. Se riuscissimo a portare a buon fine i lavori del terzo lotto, con l'ampliamento dell'edificio retrostante, sarebbe una soluzione assolutamente utile. Permetterebbe di concepire mostre più estese, aumentare l'attività didattica, senza dover stravolgere la collezione permanente"<\/p>\n
"Non meno di due, tre anni. Nel frattempo dobbiamo andare avanti così, cercando di fare il nostro meglio, mostrando che il Museo Bodini <\/strong>si sta comportando bene, al massimo delle sue attualità possibilità. E mi auguro che le istituzioni se ne accorgano. Anche perché l'obbiettivo è sempre quello: accrescere il personale in forza al museo, accrescere i servizi". <\/p>\n
"Difficili per il reperimento delle opere, sopratutto Wildt. Le pratiche burocratiche questa volta sono state davvero la parte più difficile. Autorizzazioni, permessi, un dispendio di energie enorme. Poi i problemi pratici, anche solo lo spostamento delle opere. Te ne rendi conti soprattutto quando ti accorgi che la struttura è sprovvista anche dei mezzi idonei per una mostra di scultura. Ma è così che si prende la 'laurea', lavorando in ogni settore della mostra, non stando dietro ad una scrivania". <\/p>\n
"Tante e nessuna. L'obbiettivo è mantenere il più alto possibile il livello dello spazio espositivo. Dentro questo orizzonte tante sono le tracce possibili: Fausto Melotti<\/strong>, ceramiche e metalli, ma è un nome che sconta il fatto di non avere lo stesso appeal di Fontana o di Wildt. Forse Manzù<\/strong>. L'idea giusta potrebbe essere Giacometti<\/strong>, meraviglioso, e in linea con l'impronta originaria del Museo che è fatto anche di atmosfere da realismo esistenziale. Ma non voglio sbilanciarmi finché non sono strasicuro dei costi e delle coperture". <\/p>\n
"E' l'unico aspetto che mi sento sfuggire, il found raising<\/em>. Abbiamo avuto importanti contributi, ma non costanti. Non sono ancora riuscito a trovare un rapporto solido, continuo con realtà aziendali che mi possa dare quella tranquillità psicologica per un periodo più lungo della singola mostra. Qualcosa di certo, con cui misurarmi". <\/p>\n
"Siamo in linea di galleggiamento. Copriamo tutte le spese. Suddividendole: l'amministrazione copre i costi fissi della struttura, i volontari garantiscono un lavoro straordinario, gli Amici del Museo provvedono al resto. In termini di sostegno economico ma soprattutto di energia". <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"