{"id":12957,"date":"2007-09-20T06:54:43","date_gmt":"2007-09-20T06:54:43","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-09-21T05:35:21","modified_gmt":"2007-09-21T05:35:21","slug":"il-paesaggio-come-fermata-obbligatoria","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-paesaggio-come-fermata-obbligatoria\/","title":{"rendered":"Il paesaggio come ‘fermata obbligatoria’"},"content":{"rendered":"
\"Un'operaUn'opera di Fiorella Limido<\/span><\/div>\n

Fermata obbligatoria<\/strong> – Un foro di una serratura che invita a sbirciare, a guardare oltre, Oltre lo sguardo<\/strong> appunto, come si intitola la mostra. A Villa Truffini, si è inaugurata sabato 15 settembre la mostra che vede protagoniste cinque giovani varesine a confronto sul tema del paesaggio.
Un tema classico, già visto, con il quale però ogni artista, nel proprio cammino, si sente di esprimersi; una fermata obbligatoria insomma, affrontata con la sapienza e la sensibilità di chi l'arte oltre a produrla l'ha ben studiata, analizzata e somatizzata.

<\/strong><\/p>\n

\"L'operaL'opera di Paola Robbiani<\/span><\/div>\n

Compagne di strada<\/strong> – Queste cinque giovani artiste, amiche e compagne di studi artistici, tutte hanno frequentato l'Accademia di pittura A.Galli <\/strong>di Como, si cimentano quindi nell'interpretazione di ciò che la natura crea cercando di fissarlo, ognuna a proprio modo e secondo la propria sensibilità, su un sopporto vuoi che sia una tela, un pannello o una tavola di legno recuperata. A osservare bene le ragazze, le loro mani e le loro movenze si potrebbe quasi , senza saperlo, riuscire ad attribuire a ciascuna le sue creazioni attraverso uno sguardo approfondito dei i colori, dei materiali e dei formati che hanno scelto per realizzare le opere. Colori forti e pieni, abbinamenti audaci, linee orizzontali rimarcate dal formato della tela, dove si intravedono a volte pennellate a volte colature.

<\/strong><\/p>\n

\"UnUn 'opera di Arianna Colombo<\/span><\/div>\n

La veterana "pignola"<\/strong> – Le opere di Fiorella Limido<\/strong>, veterana ormai di parecchie esposizioni personali e collettive , le ultime delle quali al Chiostro di Voltorre e alla Biennale di Arsago Seprio, sono così, colori a olio e collage ti lasciano intendere un paesaggio, forse più interiore o sognato piuttosto che reale, fatto di roccie, di terra e di cielo. Tutto pignolamente ben calibrato e dosato.<\/p>\n

Lungo le spaccature<\/strong> – Nelle mani di Paola Robbiani <\/strong>si concretizzano invece paesaggi da toccare, che escono dalla superficie piana del supporto attraverso l'uso di pezzi recuperati; un ramo, una corteccia, una foglia secca. Elementi che richiamo l'albero, figura importante per Paola, come simbolo di unione e proiezione della terra verso il cielo e viceversa. La natura interpretata, respirata e raccolta; ci si ritrova così ad osservare paesaggi riconoscibili ora verticali lungo la spaccatura di una tavola di legno, ora orizzontali come a perdersi lungo una linea
di un paesaggio possibile.<\/p>\n

\"L'operaL'opera di Daniele Parolin<\/span><\/div>\n

La modernità della più piccola – Arianna Colombo<\/strong>, la più giovane del gruppo, forse la più legata al mondo dei media, alla modernità, si esprime su questo tema realizzando pannelli e serie di piccole tele mescolando e contrapponendo elementi naturali a richiami di contemporaneità. Colori freddi, materiali applicati, collage, segni grafici e parole; come uno scatto fotografico rielaborato o una serie di fotogrammi una foglia nel suo fluttuare nell'aria diventa l'immagine ritagliata di un edificio, il giorno si fa notte e il sole lascia il posto alla luna. Queste opere, dove è chiaro il voler affiancare gli opposti, sembrano quasi esprimere un senso di disorientamento moderno verso la quotidianeità. Il paesaggio e la natura, ciò che l'uomo non ha modo di creare, contrapposto al nostro vivere quotidiano, alle nostre leggi alle nostre parole.<\/p>\n

Passaggi chiaroscurali – Daniela Parolin<\/strong> ci apre la finestra per vedere attraverso i suoi quadri, come attreverso i suoi occhi, degli scorci che potrebbero essere nella nostra memoria. Privi di elementi riconoscibili, di frammenti di passaggio dell'uomo e con una forte predominanza dell'elemento cielo, rispetto alla terra e al mare, il paesaggio è per lei interpretazione emozionale <\/p>\n

\"L'operaL'opera di Marilena Presti<\/span><\/div>\n

di ricordi. Uno studio mai banale di sfumature di colore intenso, quasi fino arrivare alla monocromia, e di stesure uniformi con ridotti passaggi chiaroscurali.<\/p>\n

Espressionismi<\/strong> – Grandi dimensioni per le opere di Marilena Presti<\/strong>. Quasi una lente di ingrandimento sulla natura, per questi paesaggi che ricordano tanto le produzioni artistiche espressioniste del XX secolo.
Pennellate frenetiche, materiche, intense e cariche di colori quasi per aver paura di perdere l'attimo, quasi per cercare di cogliere il continuo divenire di essa. Talmente presa dalla natura e dal suo voler trasmettere la sua interpretazione, Marilena dipinge di getto, senza disegno preliminare, con poco chiaroscuro, e facendo emergere con luminosità alcuni elementi come fiori e piante.<\/p>\n

Oltre lo sguardo<\/strong>
Villa Truffini – Tradate
fino al 30 settembre
Domenica: 10-12; martedì-giovedì-sabato-domenica: 16-19
Venerdì-sabato-Domenica:20.30-22.30<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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